Domande sulla lebbra al Dr. Pierre BOBIN

Domande sulla lebbra al Dr. Pierre BOBIN
ex Direttore dell’Istituto Marchoux di Bamako in Mali, Direttore e Redattore Capo del Bollettino dell’Associazione dei Leprologi di Lingua Francese.

Che cos’è la lebbra?

E’ una malattia infettiva contagiosa dovuta a un batterio chiamato Mycobacterium Lepre o più frequentemente, bacillo di Hansen. Si manifesta tramite lesioni a livello della pelle e a livello di alcuni nervi periferici. In mancanza di cure specifiche precoci, il danno dei nervi comporta delle complicazioni (paralisi, ulcere …) causando conseguenze invalidanti definitive.

La malattia è conosciuta anche con un altro nome?
E’ conosciuta anche come “Morbo di Hansen” dal nome del medico norvegese che scoprì il batterio che causa la malattia.

Quando è stato scoperto il bacillo della lebbra e da chi?
Nel 1873, a Bergen in Norvegia, il Dr. Gerhard Henrick Armauer Hansen (1841-1912), identificò il Mycobacterium Lepre come agente patogeno della lebbra.

La lebbra, malattia millenaria, esiste ancor oggi?
La malattia esiste tutt’oggi : oltre 700.000 nuovi casi vengono scoperti ogni anno nel mondo.

Esiste una cura?
E’ disponibile una cura molto efficace a condizione che venga somministrata molto precocemente, prima dello stadio di paralisi. Questa cura associa 2 o 3 farmaci (denominata Polichemioterapia o PCT). Deve essere prescritta per una durata che varia secondo le forme di lebbra, tra i 6 e i 12 mesi. Dall’introduzione della Polichemioterapia, 12 milioni di malati sono stati guariti.

Quali sono i paesi più colpiti?
Sono situati in Asia, in America del Sud e in Africa. L’India è il paese più colpito, segue il Brasile. I 12 paesi dove la prevalenza è superiore a 1 caso su 10.000 abitanti sono (in ordine alfabetico) : Angola, Brasile, Congo, Costa d’Avorio, Guinea, India, Liberia, Madagascar, Mozambico, Nepal, RCA, Tanzania.
Di questo gruppo, l’India, Brasile, Nepal, Madagascar, Mozambico, Tanzania, non potranno probabilmente raggiungere l’obiettivo dell’OMS “ Eliminazione della lebbra come problema di Sanità Pubblica nel mondo ” entro il 2005. Il tasso di prevalenza di questi 6 paesi è di 4 malati ogni 10.000 abitanti. Essi rappresentano l’83% della prevalenza mondiale e l’88% dei nuovi casi scoperti nel mondo.

In Europa, vi sono casi?
Non ci sono più casi autoctoni. Quelli che vengono scoperti (per esempio, circa 20 casi ogni anno in Francia) sono casi “importati” (malati provenienti da paesi endemici).

Vi è la speranza di vedere questa malattia debellata molto presto, come è stato per il vaiolo?
No, perché nonostante la cura sia molto efficace, spesso viene somministrata troppo tardi ( i malati si presentano troppo tardi ai servizi sanitari oppure non sono stati diagnosticati); i malati non curati hanno quindi potuto contagiare altre persone del loro ambiente. Queste persone contagiate potranno presentare i primi sintomi se non dopo molti anni (il periodo di incubazione della malattia è molto lungo).

Esiste un vaccino, come per la tubercolosi?
Non esiste ancora un vaccino specifico. Il BCG, il vaccino contro la tubercolosi, ha dimostrato una certa efficacia contro la lebbra (protezione nel 50% dei casi circa) ma in pratica, non è concepibile vaccinare con il BCG tutta la popolazione dei paesi dove la lebbra imperversa.

Cosa può fare la scienza, oggi?
Continuare la ricerca sul bacillo di Hansen, per conoscerlo meglio e trovare nuovi farmaci che consentano una cura di durata minore. Cercare dei test biologici per diagnosticare la malattia durante il periodo di incubazione.

A chi va il merito di aver dato speranza ai malati di lebbra, su scala mondiale?
Fino agli anni ’40 i malati venivano allontanati dalla comunità, si aveva paura di essi… Ad uomini come Raoul Follereau, Padre Damiano … e alle numerose associazioni che si sono specializzate nell’assistenza ai malati di lebbra.

Si può fare di più?
Un depistage, una ricerca dei casi più precoce : migliorare l’informazione delle popolazioni e la formazione del personale sanitario nei paesi endemici. Migliorare l’assistenza dei malati che hanno infermità (prevenzione delle invalidità e riabilitazione fisica)

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