Uscito il n. 5 di Solidarietà internazionale – Migranti tra paura e accoglienza

Migranti tra paura e accoglienza. È uscito il n. 5 della rivista Solidarietà internazionale. In questo numero…

La Copertina: Migranti tra paura e accoglienza – Dossier Banning Poverty: Lavoro e impoverimento.

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IN QUESTO NUMERO:

Editoriale: Divide et impera.

Una piccola notizia fra le tante. In questi ultimi giorni a Milano sono morti due senzatetto. Non si dice il loro nome per la Privacy. Ma si tratta di due italiani, uno di 57 anni e l’altro di una sessantina. Uno morto in un parco, l’altro in una baracca di cartone. Una notizia che arriva mentre nelle tante Gorino d’Italia si rifiutano i profughi, anche in nome dei poveri italiani che non vengono assistiti. O mentre si contesta il fatto che vengano assegnati spazi abitativi ai rifugiati mentre gli abitanti dei paesi terremotati sono senza casa. … Forse e il caso di ricominciare da qui. Da una nuova alleanza fra dei poveri con i poveri. Licenziando definitivamente gli impresari della paura che genera guerra tra poveri, e mettendosi insieme. Solo i poveri, dandosi una mano tra loro, possono essere capaci di cambiare veramente questo mondo.

 

La copertina – Migranti tra paura e accoglienza

a cura di Eugenio Melandri

Avevamo preparato un altro genere di “copertina” per questo numero. Volevamo parlare di “immigrati ambientali” anche a seguito del bel convegno organizzato il mese scorso da Barbara Spinelli a Milano. Poi è balzata agli onori della cronaca la storia di Gorino e delle tante altre Gorino d’Italia. E ci è sembrato giusto interrogarci da una parte sul disagio sociale causato dall’arrivo di profughi e rifugiati che scappano dalla guerra e dalla miseria. Ma anche per domandarci perché succedono queste cose e quale sia la risposta “umana” – difficile, ma possibile – da dare.

  1. I Senza giustificazioni,
  2. Un fondo crescente di razzismo,

III. L’ignoranza e la cattiva informazione,

  1. La paura di perdere ciò che si ha acquisito,
  2. Gli impresari della paura,
  3. Proposte e piste di lavoro,

VII Flussi migratori e politiche di accoglienza,  di Rosario Lembo

 

Banning Poverty 2018 –  Lavoro e impoverimento 5/5, a cura di Riccardo Petrella e Nicola Perrone; Introduzione: lavoro, reddito, diritti. Verso il grande apartheid sociale mondiale? Caterpillar in Belgio: 7200 Licenziati. Il Jobs Act è tutto un flop. Disuguaglianze di genere. Il ruolo delle economie alternative. La lotta dei braccianti Sikh nella provincia di Latina. Legge sul collocamento obbligatorio: Italia sotto osservazione. Disuguaglianze di genere di Patrizia Sentinelli. Il ruolo delle economie alternative di Paolo Cacciari. La lotta dei braccianti Sikh nella provincia di Latina di Giuseppe Cappucci. Legge sul collocamento obbligatorio: Italia sotto osservazione di Rocco Mangiavillano, intervista ad Augusto Battaglia.

La principale lotta sociale, dall’800 in poi fino ad alcuni decenni or sono, fu quella di conquistare il diritto al lavoro in linea con il detto popolare universale “chi non lavora non mangia”. Il punto centrale del detto stava però nel “reddito”, nel senso che chi aveva un lavoro otteneva una retribuzione che gli permetteva di comprare i beni e i servizi essenziali per vivere.

 

A tu per tu: Silvia Stilli. La donna della solidarietà,  di B. Murgiano

“La cooperazione oggi è prevalentemente istituzionale e molto economica. Tutto il resto arranca, e non solo in Italia. Il mondo solidale è diviso, in concorrenza. Dobbiamo cedere ognuno un pezzo di noi, e lavorare in rete con altri, e dobbiamo aver il coraggio di dire ‘no’ quando è necessario. E bisogna ricominciare a fare politica e vertenza internazionale, riprendere temi che erano legati a riforme sociali mondiali”. Un carattere appassionato è quello che contraddistingue Silvia Stilli, portavoce dell’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (AOI) e direttrice dell’Arcs, ong di Arci. Un carattere pratico, che non si lascia intimidire da falsi ideali, ma rimane fedele all’immagine di “umanità e solidarietà” coltivata fin dai primi impegni giovanili. Toscana di nascita, inizia ad avvicinarsi ai movimenti per la pace sin dal periodo universitario, a Firenze, ambiente fecondo negli anni ‘80 grazie alla presenza di personalità di grande impegno sociale e politico. Con la convinzione che la cooperazione debba sempre essere accompagnata dalla solidarietà, si è impegnata assiduamente nel volontariato e nell’aiuto

umanitario, in particolare nei Balcani della “assurda guerra”, maturando una grandissima esperienza nel mondo no-profit.

 

Le rubriche di “Solidarietà internazionale”:

Giorni e notti di Gianni Caligaris

 

I palestinesi come gli indiani d’America, di Luisa Morgantini

Mai si e vista, se non negli Stati Uniti d’America, una tale colonizzazione di territorio. Israele intende far diventare i palestinesi “gli indiani d’America”. Se l’Onu fosse anche una forza morale dovrebbe imporre con sanzioni a Israele il rispetto della legalità internazionale e la fine dell’occupazione militare della Palestina.

 

Un NO europeodi Roberto Musacchio

Ma ci pensate a come sarebbe stato bello se per dare una Costituzione all’Europa si fosse deciso di partire dalle Costituzioni nazionali, magari leggendole e individuando i punti comuni e quelli più belli? Poteva ben fare questo lavoro il Parlamento Europeo. Non contenti di aver già così duramente infranto il sogno di un’Europa democratica, le cosiddette élites hanno pensato bene che si poteva cominciare a smantellare anche quelle Costituzioni nazionali che erano il frutto di grandi processi di liberazione.

 

Il burkini, di Giancarla Codrignani

Una querelle estiva poco appassionante: il burkini. Per fortuna una fotografia sui media ha mostrato tre ragazze arabe sulla battigia, una in bikini, una in costume intero, la terza come mia nonna negli anni Cinquanta. Evidentemente le donne non possono vestirsi come vogliono senza che un ministro francese evochi la discinta Marianna della République come segno di “libertà”.

 

I diritti delle seconde generazioni, di Khalid Chaouki

Da quattordici anni, grazie alla “Festa del Cinema”, Roma si trasforma per un po’ di giorni nella capitale del grande schermo. Nell’edizione 2016 c’è stata una bella novità. Insieme agli organizzatori di “Alice nella

Città” è nata, infatti, l’idea di accogliere all’interno della sua giuria ragazzi e ragazze di seconda generazione.

 

Terremoto: Giobbe, o la fragilità di Dio, di Brunetto Salvarani

Giobbe, l’uomo di Uz, è un arco, che cerca di tenere assieme un mondo che rischia di sgretolarsi. Una sorta di simulatore antisismico capace di verificare la stabilità della nostra fede alla luce di eventi inspiegabili, primo fra tutti il terremoto del male che ci strappa ai nostri affetti e trasforma radicalmente le geografie delle nostre mappe.

 

Politiche di convivenza, di Guido Barbera

Abbiamo bisogno di cambiare l’identità della nostra cooperazione. Abbiamo bisogno di nuove politiche. Politiche di convivenza tra i cittadini e tra i popoli, in grado di sviluppare una cultura di cittadinanza partecipata, responsabile, aperta e accogliente. Una cultura di relazioni e collaborazioni, finalizzate al soddisfacimento di tutti i diritti per tutti i cittadini e alla garanzia di accesso ai beni comuni, che sono di tutti

e non privati per pochi.

 

Minoranze a Monaco di Bavieradi Michele Zanzucchi

Monaco è siffatta che ogni angolo pare propizio per aprirvi un mercato, e col mercato un luogo dove la gente possa sedersi, parlare, bere e mangiare. Convivialità, dunque.

 

 

Giro di radar

Il pacifista che sfida i mercanti di armidi F. Comina. Arriva in Italia Jürgen Grässlin, l’uomo più temuto dai fabbricanti d’armi a detta di “Die Welt”. Ogni suo libro provoca un terremoto politico. “Le violazioni ai Trattati sono la regola, con il consenso dei governi. Chi se- mina armi raccoglierà profughi. L’Isis utilizza e spara da armi provenienti da 25 Stati, anche con armi che provengono da Germania e Italia”.

 

Guinea in cerca d’autoredi N.Rinaldi. Il paese più ricco dell’Africa grazie all’oro nero, ma non c’è traccia di

scenari alla Dubai o alla Kuwait City. Il tasso di analfabetismo è stato abbassato dal 73% al 13%. Un paese travolto dall’invasione cinese nel commercio e nell’edilizia. Negli anni Settanta fu la “Auschwitz d’Africa”,

con lo sterminio della minoranza Bubi. Oggi qua tutto è per il popolo, ma senza il popolo.

 

Colombia. La pace difficiledi C. Morsolin. Il premio Nobel per la Pace è un mandato della comunità internazionale a favore degli accordi di pace firmati con le Farc. I ‘Sì’ e i ‘No’ non fanno riferimento alla pace, fanno riferimento soltanto all’accordo per arrivare alla pace. Le vittime hanno detto ‘Sì’.

 

Violenze contro gli ambientalisti di L. Manes. Ancora violenze verso le popolazioni del Cesar e della Guajira, nel nord della Colombia. Un attivista è stato ucciso a sangue freddo. Sospetti sui rapporti tra le multinazionali dell’estrazione del carbone e i para- militari delle Autodefensas Unidas de Colombia (AUC).

 

Insieme è più buonodi G. Cerqueti. Le coltivazioni di caffè del Minas Gerais si basano su un’agricoltura

familiare, minacciata dai cambiamenti climatici e da alti costi di gestione. Il progetto “Força café” ha permesso ai piccoli produttori condizioni migliori. Si lavora insieme. La speranza di un maggiore coinvolgimento dei giovani.

 

L’esperienza dei Movimenti dell’acquadi R.Lembo. Le Multinazionali e la finanza internazionale sono stati capaci di tra- sformare la visione dell’acqua bene comune a servizio fornito dal mercato. Reti e comitati sono rimasti imprigionati nella teoria del “piccolo e bello”. La difesa del diritto umano all’acqua non può prescindere da una mobilitazione a livello internazionale.

 

E ancora: le segnalazioni e la bacheca con eventi, appuntamenti e consigli editoriali a cura di Anna Tatananni.

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