26-27 gennaio 2019: 66° Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra, l’appello di Voglio Vivere onlus. Costruire un mondo senza lebbre.

26-27 gennaio 2019: 66° Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra, l’appello di Voglio Vivere onlus. Costruire un mondo senza lebbre. Il lavoro delle Associazioni Follereau contro la lebbra.

Guido Barbera, presidente di Voglio vivere Onlus, Membro dell’Unione Internazionale delle Associazioni Raoul Follereau, ha dichiarato: Troppi, ancora, gli uomini e le donne che muoiono a causa della lebbra o vengono allontanati e condannati all’infelicità perché ammalati. In occasione della 66° giornata mondiale dei malati di lebbra lanciamo un appello globale alla solidarietà, nei confronti di tutte le lebbre, anche quelle più pericolose della malattia stessa: la fame, il tugurio, la miseria. La lebbra oggi, non è solo la malattia della miseria. La malattia che aiuta a nasconderci dietro al nostro egoismo fino a farci diventare ‘razzisti’. Fino a farci rimanere silenziosi ed inermi di fronte a bambini, donne, uomini, abbandonati in mare in balia del freddo, maltempo ed intemperie. Quale differenza con i lebbrosi incontrati da Follereau abbandonati in un’isola lontano da tutti? Nessuna! Stesso egoismo. Stessa indifferenza. Stesse ingiustizie. C’è solo una razza. Quella umana!

 

Roma, 22 gennaio 2019 – Guido Barbera, Presidente di Voglio Vivere Onlus, Membro dell’Unione Internazionale delle Associazioni Raoul Follereau, apre la presentazione dell’Appello per la 66° edizione della Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra istituita dal giornalista e scrittore Raoul Follereau, l’uomo per il quale vivere è aiutare a vivere, con queste parole: “Scrivo questo appello dai villaggi dell’estremo Nord del Camerun. A pochi km dalla base di Boko Haram. Il giorno di Natale, qui sono arrivati due bambini con evidenti segni di lebbra! Nel 2017 oltre alle esplosioni dei kamikaze, attentati, violenze, non ci sono state piogge e i raccolti sono stati quasi inesistenti. I peggiori degli ultimi decenni, hanno portato la morte in tanti villaggi. Fame vera! Dove normalmente si vive quasi con il nulla. Alle sei di sera è buio pesto. La luce non c’è. L’acqua, sporca, è pochissima. Chi vivrebbe in queste condizioni? La regione è zona rossa, tutti gli italiani sono stati allontanati da anni, tranne alcuni che si sono assunti la responsabilità di rimanere ugualmente, nonostante il divieto delle autorità: sacerdoti, suore e volontari. Buonisti? No, uomini e donne che credono nei valori della vita, nei diritti, nell’Amore. Uomini e donne che ogni giorno sono impegnati contro tutte le Lebbre, per la Giustizia, verso la Pace”.

I malati di lebbra, oggi, sono presenti in 143 Paesi del Mondo. In soli 12 Paesi, si trova il 94% dei nuovi ammalati. La lebbra persiste nelle aree più svantaggiate, dove ignoranza e povertà schiacciano i diritti e le speranze di bambini, donne e uomini.

Più di 50 centri di cure sostenuti e finanziati nel mondo, più di 5mila nuovi ammalati scoperti nei Paesi dove opera la Fondazione R. Follereau, interventi ogni anno per oltre 4milioni di euro contro le malattie tropicali più gravi. La Fondazione Follereau è attiva in 18 Paesi: Mali, Benin, Costa d’Avorio, Guinea Bissau, Niger, Senegal, Congo, Mauritania, Gabon, Madagascar, Tchad, Burkina Faso, Cameroun, Togo, India, Cina, Cambogia e Vietnam.

Ma che cos’è la lebbra? La lebbra è una malattia infettiva cronica causata dal bacillo Mycobacterium leprae. Colpisce pelle, mucose e sistema nervoso periferico. Si trasmette per vie respiratorie. Non è ereditaria, può colpire chiunque. Se non diagnosticata e trattata in tempo può causare paralisi e gravi disabilità. Non è estremamente contagiosa, ma la sua lenta incubazione garantisce una continuità nella sua trasmissione. La Commissione Medica della Fondazione Follereau con l’OMS ha messo a punto una terapia che, se fornita adeguatamente, uccide il batterio e garantisce la guarigione del malato in una tempistica che va dai 6 ai 12 mesi dalla diagnosi – dipende dalla gravità della situazione. La terapia multifarmaco è fornita ai malati gratuitamente al fine di interromperne la catena di trasmissione.

I costi della cura alla lebbra sono elevatissimi. Si parte dagli 8€ per comprare degli indumenti corretti per un handicappato e si arriva a delle cifre esorbitanti come 25000€ per comprare mezzi necessari alle campagne di controllo della malattia.

Il Dott. Christian Johnson, esperto consulente scientifico della Fondazione Raoul Follereau ha scritto: “È indiscutibile che la lotta contro la lebbra ha registrato dei risultati incoraggianti. Oggi, disponiamo di trattamenti molto efficaci e accessibili, anche se la battaglia non è ancora vinta; bisogna mantenere le attività di lotta contro la lebbra ancora per decenni, altrimenti rischiamo di vedere questa malattia riemergere nei 20 anni a venire…”

Voglio Vivere ONLUS è al lavoro per i malati di lebbra da 59 anni e propone di sostenere la crescita dei bambini, la loro formazione ed educazione; informare in maniera adeguata l’opinione pubblica; promuovere la crescita di una società multietnica; realizzare interventi di cooperazione internazionale con le popolazioni dei paesi più poveri; sostenere l’autosviluppo delle popolazioni locali; promuovere una cultura della solidarietà vissuta; intervenire nei casi di emergenza per disastri naturali, calamità e conflitti. La sfida che “Voglio Vivere ONLUS – Membro Unione Internazionale Raoul Follereau” lancia alla lebbra e alla povertà: scoprire, guarire e reinserire le persone ammalate.

 

Le offerte raccolte potranno essere inviate direttamente all’Associazione tramite:

  • Conto Corrente Postale n° 13604137

(Associazione Voglio Vivere Onlus – Via Roccavilla, 2 – Biella)

  • C/C BIVER BANCA – Via Gramsci 19 – 13900 Biella

IBAN – IT35 U060 9022 3000 0004 4586 063

 

Leggi l’appello: http://voglio-vivere.it/2019/01/26-27-gennaio-2019-66-giornata-mondiale-dei-malati-di-lebbra/

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Source: Cipsi

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