Rapporto ASvis: Italia indietro rispetto gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile

Fonte: Redattore Sociale

Italia ancora indietro nella transizione verso un modello sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale nonché su alcuni temi chiave come povertà, ambiente, energia. E con forti disuguaglianze, anche territoriali. L’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile, un programma di azione sottoscritto nel 2015 dai governi dei 193 paesi Onu, con diciassette obiettivi per lo Sviluppo sostenibile (i cosiddetti SDGs), resta dunque ancora lontana, anche se ci sono segnali incoraggianti. È quanto emerge dal nuovo Rapporto 2019 dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, “L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”.

Va detto però che l’Italia non è sola in questo difficile percorso, come documentato durante la recente Assemblea Generale delle Nazioni Unite. A quattro anni dall’adozione dell’Agenda 2030, nonostante i progressi compiuti, le misure adottate dai singoli governi, dal settore privato e dalle organizzazioni internazionali non appaiono essere all’altezza della sfida.

Bene istruzione, salute e riciclo. Entrando più nel dettaglio del rapporto ASviS rispetto al nostro paese, il quadro presenta anche alcuni aspetti positivi. Nel suo percorso verso i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, l’Italia migliora in alcuni campi (salute, uguaglianza di genere, condizione economica e occupazionale, innovazione, disuguaglianze, condizioni delle città, modelli sostenibili di produzione e consumo, qualità della governance e cooperazione internazionale), peggiora in altri (povertà, alimentazione e agricoltura sostenibili, acqua e strutture igienico-sanitarie, sistema energetico, condizione dei mari ed ecosistemi terrestri) ed è stabile per l’educazione e la lotta al cambiamento climatico .Tra il 2016 e il 2017, in Italia si sono registrati miglioramenti in nove aree: salute, uguaglianza di genere, condizione economica e occupazionale, innovazione, disuguaglianze, condizioni delle città, modelli sostenibili di produzione e consumo, qualità della governance e pace, giustizia e istituzioni, cooperazione internazionale. Per fare alcuni esempi, si riduce la probabilità di morte sotto i 5 anni e aumentano gli adolescenti che fanno sport (nonostante aumenti anche il tasso di lesività grave per incidente stradale). Aumentano diplomati e laureati, anche se peggiora l’abbandono scolastico. Aumentano le donne negli organi decisionali, diminuisce l’intensità di emissione di CO2 dell’industria manifatturiera, ci sono progressi importanti per l’indice di circolarità della materia e la percentuale di riciclo dei rifiuti, vicina al target europeo del 50% per il 2020. Migliora l’occupazione e la sostenibilità delle città, in particolare rispetto all’inquinamento. Infine, calano gli omicidi.

I problemi da risolvere. Contemporaneamente ci sono sei aree cruciali che registrano un peggioramento: povertà, alimentazione e agricoltura sostenibili, acqua e strutture igienico-sanitarie, sistema energetico, condizione dei mari ed ecosistemi terrestri. Ad esempio dopo il boom del biologico, aumenta l’uso di fertilizzanti in agricoltura; si riduce la produzione di energia da fonti rinnovabili. Male anche le emissioni di gas serra, in ripresa dal 2014 e causate per il 75% dal settore produttivo, mentre aumenta l’indice di diseguaglianza del reddito disponibile e quello relativo al rischio povertà, in particolare dei giovani. Peggiora la situazione del mare a causa dell’aumento dell’attività della pesca, del sovra sfruttamento degli stock ittici e peggiora gravemente anche il degrado del suolo, così come l’erogazione dell’acqua, sempre più irregolare, e l’efficienza delle reti di distribuzione.

L’agenda di Governo. Con l’avvio del nuovo Governo, lo sviluppo sostenibile è entrato chiaramente nell’agenda politica italiana. Le linee programmatiche concordate tra le forze politiche di maggioranza includono alcune delle proposte avanzate dall’ASviS negli anni scorsi, dall’inserimento in Costituzione del principio dello sviluppo sostenibile all’avvio di un’Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile, dall’utilizzo dell’Agenda 2030 per ridisegnare il funzionamento del sistema socio-economico, alla valutazione dell’impatto economico-sociale-ambientale dei nuovi provvedimenti legislativi. Annunci che ora devono ora concretizzarsi per mettere l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile.

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