Acqua, dobbiamo ripubblicizzare lo Stato. 10° Anniversario della risoluzione Onu…

di Riccardo Petrella

Il 28 luglio di quest’anno “celebriamo” il 10° anniversario della risoluzione dell’ONU che riconosce il diritto umano (universale, indivisibile e imprescrittibile) all’acqua potabile e all’igiene. Purtroppo la situazione è tale che questo decennio è trascorso come se la decisione approvata dalla più alta organizzazione politica della comunità internazionale non avesse avuto luogo: 2,2 miliardi di persone non sanno che cos’è l’acqua potabile e 4,2 non hanno accesso ai servizi igienici; più di 9 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono ogni anno a causa di malattie causate, tra l’altro, dalla mancanza di acqua pulita. Il lavaggio delle mani è un atto impossibile per centinaia di milioni di esseri umani, con le conseguenze che conosciamo bene in questo periodo di pandemia (1)!  

L’acqua idonea all’uso umano è diventata sempre più
scarsa: molti dei più importanti fiumi, laghi e falde acquifere del mondo
stanno morendo, prosciugati da prelievi d’acqua di molto superiori alla loro
naturale capacità di rinnovamento (in quantità e qualità), avvelenati
dall’inquinamento e dalla contaminazione, soffocati dai rifiuti … Le siccità
strutturali stanno colpendo un numero crescente di regioni del mondo (inclusa perfino
l’Amazzonia!). La terra si sta desertificando e la devastazione delle foreste ha
ruolo decisivo al riguardo. Infine, diverse grandi città del mondo (da New York
a Nairobi, da Tokyo a Dacca…) sono seriamente minacciate dalle inondazioni
dovute all’innalzamento del livello dell’acqua. Jakarta, per esempio, è già in corso
di abbandono (2).

In questo contesto, parlare di diritto all’acqua e agli
impanti igienici è un eufemismo. D’altra parte, gli “esperti”, i
leader politici e gli imprenditori, non fanno che parlare della scarsità d’acqua
nel mondo. Con una evidente mistificazione, essi attribuiscono la colpa della
carenza alla crescita della popolazione mondiale e al cambiamento climatico (il
che è solo in minima parte corretto). Dimenticano, però, di menzionare il ruolo
decisivo dell’economia mondiale dominante, che divora le risorse del pianeta
fino al loro esaurimento, e il ruolo dei nostri sistemi sociali basati sulla
sete di potere e di ricchezza privata, favoriti da uno sviluppo tecnologico
bellicoso, violento e predatore della vita. Di fronte ad una scarsità d’acqua
che è data come inevitabile, i gruppi sociali dominanti indicano la via per la
salvezza in un cammino di resilienza, di capacità di resistere e di adattarsi
agli shock provocati dalla penuria. Nelle condizioni attuali, tuttavia, la
resilienza è possibile soltanto per chi dispone di una grande capacità
tecnologica e finanziaria (3). Riuscite a indovinare quali paesi e quali gruppi
sociali saranno resilienti nei prossimi decenni?

Secondo le Nazioni Unite, il diritto all’acqua, all’acqua
per la vita
, si traduce concretamente nella disponibilità di 50 litri di
acqua potabile al giorno a persona per uso domestico e di 1.800 m³ d’acqua all’anno
a persona per tutti gli usi combinati. Tuttavia, il concetto stesso di diritto
umano all’acqua, che è uguale per tutti e giustiziabile, è stato sostituito
negli ultimi 30 anni dal concetto di accesso all’acqua equo e ad un prezzo
accessibile.  Con il concetto di “accesso  equo e ad un prezzo accessibile” non
vi è più alcun obbligo in capo allo Stato. Si esce dal campo del diritto per
entrare nel campo dei bisogni di acqua da soddisfare sulla scorta della possibilità dei singoli consumatori di
accedervi economicamente,
politicamente e socialmente. Il prezzo “accessibile” dell’acqua è un
potere discrezionale nelle mani dei gestori dei servizi idrici che fissano il
prezzo dell’acqua in modo tale da garantirsi dei profitti (4). Attualmente, siano
sia ch si tratti di privati oppure di “pubblici”, i gestori fanno
soldi con l’acqua per la vita!

Questo profondo cambiamento culturale e politico è stato
possibile grazie alla combinazione di quattro trasformazioni strutturali: la mercificazione
della vita
(tutto è stato ridotto a merce: semi, acqua, trasporti pubblici,
conoscenza, salute, abitazione, piante, animali, geni umani …); la
privatizzazione di tutti i beni e servizi
(nulla è sfuggito a questo
processo, compresa la moneta, che ha cessato di essere un simbolo per
eccellenza della sovranità delle nazioni e degli Stati); la liberalizzazione
e deregolamentazione di tutte le attività economiche
in nome di una governance
libera tra i detentori di interessi (i famosi “stakeholders“)
e, infine, la finanziarizzazione dell’economia che ha sottoposto le
principali decisioni sull’allocazione e l’utilizzo delle risorse disponibili
alle logiche finanziarie di produttività ed efficienza a breve termine. Gli
stessi esseri umani sono stati ridotti a “risorse umane” per essere così
sfruttati al massimo della loro resa economica, nonostante e al di là dei
diritti umani.

Di conseguenza, non esistono più dei beni comuni e dei servizi
comuni reali e neppure dei veri e propri beni pubblici. Nel 1980, la
Corte Suprema degli Stati Uniti ha legalizzato la brevettabilità degli esseri
viventi a scopo privato e di lucro. La brevettabilità degli algoritmi
(Intelligenza Artificiale) è diventata una pratica comune negli anni ‘90. Il
settore privato ha così ottenuto il riconoscimento di oltre 50.000 brevetti
sulla vita. Idem nel campo dell’IA. Nel 1992, in occasione della
Conferenza internazionale sull’acqua di Dublino in preparazione del primo
Vertice della Terra di Rio de Janeiro, la risoluzione finale ha affermato che
l’acqua non deve più essere considerata un bene sociale, un bene comune, ma un bene
economico
privato, soggetto alle regole dell’economia di mercato. La
sete di acqua per la vita umana ha lasciato il posto alla sete di acqua per le
attività economiche per la competitività e il profitto. Peggio ancora, nel
2002
, in occasione del Secondo Vertice della Terra di Johannesburg, è stato
dichiarato che alla natura dovrebbe essere dato un valore monetario calcolando
i costi e i benefici dei servizi “ambientali” forniti dalla natura.
La monetizzazione della natura (nature pricing, nature banking)e la brevettabilità degli
esseri viventi hanno ucciso ogni forma di economia del bene comune, dei beni
pubblici, dell’economia sociale e solidale al di fuori dei microprogetti.

Il controllo della vita è scappato di mano alle autorità
pubbliche. Le politiche agroalimentari, sanitarie, informative e di sviluppo
tecnologico, così come le politiche di “sviluppo sostenibile” e di
sicurezza idrica, non rientrano più nella sfera della sovranità dello Stato.
Sono molto più dipendenti dagli interessi di grandi gruppi privati globali come
Suez, Vivendi, Big Pharma, GAFAM, ma anche di oligopoli minerari e, non ultimi,
di grandi gruppi finanziari (banche, assicurazioni). Una delle attività in
crescita più redditizie nel settore idrico è il settore assicurativo di fronte
ai cambiamenti meteorologici (attività turistiche, agricoltura…) e agli
“incidenti climatici” (siccità, inondazioni, …). Più le incertezze ridefiniscono
l’acqua del Pianeta, più si alza il valore di mercato dell’acqua. Nella
“logica” speculativa finanziaria dominante, è chiaro che quanto più
si conferma la scarsità d’acqua, tanto più il valore economico dell’acqua
aumenterà a scapito del suo valore per la comunità globale della vita sulla
Terra.

Addio all’effettivo diritto universale all’acqua? Sì, se non
vengono rovesciati i principi, le politiche e le pratiche collettive che
abbiamo descritto. La società e lo Stato devono essere liberati dalla
privatizzazione e dalla finanziarizzazione. È necessario costruire la società
dei beni comuni e dei beni pubblici cooperativi mondiali.  È urgente costruire il sistema politico
pubblico globale
basato sulla responsabilità collettiva condivisa e solidale
per la salvaguardia, la cura e la promozione della vita e dei diritti alla vita,
e quindi all’acqua per tutti. La ri-municipalizzazione dell’acqua è
fondamentale per la costruzione di una politica pubblica globale, a condizione
naturalmente che si tratti di una vera e propria municipalizzazione la cui
gestione è finanziata attraverso la fiscalità generale e non per mezzo dei ricavi
generati dalla vendita dei servizi idrici, anche se a prezzi accessibili.  

In ogni caso, il futuro dell’acqua e del diritto alla
vita non può essere realizzato attraverso l’acqua tecnologica (5), ma solo attraverso
una nuova era di creatività ingegneristica collettiva e di cultura politica e
sociale guidata dalla volontà di vivere insieme nel rispetto della Terra Madre.

Note

(1) https://www.un.org/fr/observances/water-day

(2) Vedi
“Oceano e cambiamenti climatici: le nuove sfide”, https://ocean-climate.org/wp-content/uploads/2019/09/fiches-DEF.pdf

(3) Cfr. Riccardo Petrella, Acqua e Resistenza. Le
strategie dei dominanti in questione, https://wsimag.com/fr/economie-et-politique/61408-eau-et-resilience, e dallo stesso autore,
Water security for all the inhabitants of the Earth, https://wsimag.com/fr/economie-et-politique/61870-la-securite-hydrique-pour-tous-les-habitants-de-la-terre

 (4) Nel quadro dei
17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU, l’acqua è
l’Obiettivo 6, che recita: “6.1: Entro il 2030, garantire un accesso
universale ed equo all’acqua potabile sicura ad un costo accessibile. https://www.agenda-2030.fr/odd/odd-6-garantir-lacces-de-tous-leau-et-lassainissement-et-assurer-une-gestion-durable-des…. Non si fa alcun riferimento al diritto all’acqua.

(5) con il termine “Acqua tecnologica” ci si riferisce all’acqua “prodotta” da esseri umani, come l’acqua desalinizzata, l’acqua derivante dal trattamento delle acque reflue, l’acqua derivata da iceberg “catturati”.

Lista dei firmatari

Riccardo Petrella,
Co-fondatore del Comitato Internazionale per il Contratto Mondiale del’Acqua (Italia)

Leonardo Boff,
Teologo (Brasile)

Luis Infanti
de la Mora
, Vescovo, Diocesi di Aysen, « Patagonia sin represas »
(Cile)

Federico Mayor,
Ex- Direttore Generale dell’Unesco, Presidente Fondazione  Cultura della Pace (Spagna)

Anibal Faccendini,
Direttore “Catedra de l’Agua”, Università Nazionale di Rosario (Argentina)

Joao Caraça,
Co-fondatore dell’Agorà degli Abitanti della Terra, Presidente Università di
Coimbra (Portogallo)

Fondation
Danielle Mitterrand
(Jérémie
Chomette, Marion Veber) (Francia)

Marcelo Barros,
Monaco benedettino (Brasile)

Jean-Pierre Wauquier,
Medico, presidente di H²O (Francia)

Roberto Savio,
Co-fondatore dell’Agorà degli Abitanti della Terra, Fondatore di Other News
(Italia)

Bernard Cassen,
Giornalista, ex- Direttore Generale di Le monde diplomatique (Francia)

Sylvie Paquerot,
Professore titolare, Università di Ottawa(Canada)

Pierre Jasmin, Artista per la Pace (Canada-Québec)

Roberto Colombo, Sindaco di Canegrate(Italia)

Jacques Brodeur, Edupax,
OSB (Canada – Québec),

Marcos P. Arruda, Dir. PACS- Instituto
Politicas Alternativas para o Cone Sur (Brasile)

Deborah Nunes, Urbanista,
Professore  Università dello Stato di
Bahia (Brasile)

Lilia Ghanem,
Antropologa, Redattrice capo di Badael (Francia/Libano)

Jean-Yves Proulx, » Echanges
citoyens » (Canada-Québec)

Philippe Giroul, Ecologista,
(Canada-Québec)

Sergio et Clara Castioni,
Librai, (Italia)

Bernard Tirtiaux,
Maestro Vetraio, scrittore, scultore (Belgio)

Maria Palatine,
Musicista, arpista (Germania)

Pietro Pizzuti,
Autore e attore di teatro((Belgio/Italia)

Andrey Grachev,
Diplomatico (Russie)

Margherita Romanelli,
Spécialista in  cooperazione
internazionale per lo sviluppo sostenibile (Italia)

Alain Adriaens,
Ecologista, «obiettore della crescita » (Belgio)

Issam Naaman,
Ex-ministro (Libano)

Domenico Rizzuti,
Sindicalista settore 
Università/Ricerca, Forum italo-tunisino (Italia)

Alain Dangoisse,
Dir. « Maison du Développement Durable », UCL (Belgio)

Pierre Galand (B),
Impegnato a capo di diverse associazioni, in particolare  l’Associazione  Belgo-Palestinese et il  “Centre d’Action Laïque”, ex- senatore (Belgio)

Monastero del
Bene Comune
(Paola Libanti, Silvano
Nicoletto) (Italia)

Roberto Louvin,
Professore di diritto comparato , Università di Trieste (Italia)

Roberto Musacchio,
Ex-eurodéputato, Associazione “Altramente”(Italia)

Jean-Claude Garot,
Giornalista (Belgio)

Angelo Bonelli,
Presidente dei Verdi (Italia)

Patrizia Sentinelli,
Presidente di “Altramente”, ex-ministra alla cooperazione e allo sviluppo (Italia)

Jean-Claude Oliva,
Presidente “Coordination  Eau Ile de
France”(Francia)

Cristiana Spinedi,
Professore Insegnamento secondario (Svizzera)

Adriana Fernandes,
Educatrice in pensione (Cile)

Lucie Sauvé, Professore
titolare, Université du Québec à Montréal-UQAM (CND-Québec)

Francesco Comina,
Giornalista, scrittore (Italia)

Ulrich Duchrow,
Professore, Università di Heidelberg (Germania)

Ina Darmstaedter,
Présidente del Festival Internazionale della Pace di Berlino(Germania)

La Boisselière,
« 
Espace citoyen d’innovation
sociale » (Philippe Veniel, Melissa Gringeau…)(Francia)

Julien Le Guet,
« Bassines Non Merci » (Francia)

Christian Legros,
Direttore Belgaqua(Belgio)

Armando De
Negri
, Medico, rappresentante del Brasile nel Comitato dei diritti umani
dell’ONU (Brasile)

Consiglia Salvio,
Coordinamento Campano Acqua Bene Comune, Napoli  (Italia)

Vladimir Mitev,
Giornalista Barricada (Bulgaria)

Valter Bonan, Assessore
ambiente e beni comuni , Comune di Feltre (Italia)

Anwar Abou
Aichi,
Ex-ministro della cultura (Palestina)

Hassan Chatila,
Professore di filosofia (Francia/Siria)

Bater Wardam,
Consigliere  ministeriale per l’ambiente (Giordania)

Mario Agostinelli,
Fisico/ISPRA, Fondatore di ”Energia Felice”(Italia)

Guido Viale, Saggista,
economista e ambientalista(Italia)

Université du
Bien Comun
(Corinne Ducrey,
Cristina Bertelli, Gilles Yovan)( Francia)

Maurizio Montalto,
Avvocato, ex-presidente dell’impresa pubblica dell’acqua ABC di Napoli (Italia)

Fabrice Delvaux,
Presidente di «Kréativa, Education au développement durable » (Belgio)

Catherine Schlitz,
Presidente « Présence et Action Culturelles », Angleur (Belgio)

Paul Saiz,
Imprenditore (Francia)

Zein Al-Abidine
Fouad
, Poeta (Égitto)

Hoda Kamel,
Scrittore (Egitto)

Kais Azzawi,  Scrittore, ex-ambasciatore (Irak)

Roberto Malvezzi,
Musicista, scrittore (Brasile)

Fernando Ayala,
Diplomatico (Cile)

Alassane Ba, Direttore
del « Centre Humanitaire des Métiers de la Pharmacie »(Francia)

Amadou Emmanuel,
Resp. Relazioni internazionali di AMT/WAFA(Camerun)

Guido Barbera,
Presidente CIPSI (Italia)

Ugo Mattei, Professore di diritto internazionale
alla University of California a San Francisco (USA) e di diritto  civile all’’Università di Torino(Italia)

Luca Cecchi, Comitato
Acqua Bene Comune Verona (Italia)

Valérie Cabanes,
Giurista in diritto internrnazionale, specie sui diritti della natura.
Co-fondatrice di “Notre affaire à tous » (Francia)

Alfonso Pecoraro
Scanio,
Presidente della Fondazione UniVerde, Ex-ministro per l’ambiente (Italia)

Marie France Renard,
Professore di economia, Università di Clermont -Ferrand (Francia)

Fatoumata Kane
Ki-Zerbo,
Scrittrice(Burkina Faso).

Lista chiusa il  23 luglio 2020 alle h. 19:00

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Source: Cipsi

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