La guerra nell’Est della Repubblica Democratica del Congo (RDCongo) non finisce mai. Nel Nord Kivu, da sette mesi la popolazione è di nuovo in fuga, in condizioni di estrema povertà ed esposta ogni giorno alla morte.
Senza ignorare le responsabilità della classe dirigente congolese e di certi operatori economici locali in questa crisi, è indispensabile trarre le conseguenze del rapporto finale del gruppo di esperti delle Nazioni Unite, che ha confermato la diretta implicazione del Ruanda e dell’Uganda nella guerra riaccesa dal movimento ribelle del 23 Marzo (M23), il cui braccio militare è ora denominato Esercito Rivoluzionario del Congo (ARC).
I segnali dissuasivi inviati dalla comunità internazionale nei confronti del regime ruandese sono stati finora timidi e incerti e non hanno in alcun modo scoraggiato la sua politica di aggressione contro la RDCongo avviata dal 1996. È tempo che l’Unione Europea nel suo insieme e gli Stati membri prendano decisioni comuni capaci di esercitare la sufficiente pressione sul regime ruandese per costringerlo a cessare immediatamente e senza condizioni i suoi attacchi omicidi alla RDCongo.
Inoltre, è giunto il momento che l’Unione Europea e i suoi Stati membri sanzionino severamente le potenze economiche internazionali che alimentano questa guerra di aggressione al fine di maggiormente saccheggiare le risorse naturali della RDCongo.
In nome della giustizia e della pace, vi chiediamo di firmare una lettera aperta alla signora Catherine Ashton, Alto Rappresentante dell’UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza.
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Per informazioni: Rete Pace per il Congo, tel. / fax: 0521.314263, mail: info@paceperilcongo.it, web: www.paceperilcongo.it