Pantelleria: il giorno della memoria per non dimenticare

Il 13 aprile di due anni fa il naufragio della barca con 198 migranti a bordo.

All’alba del 13 aprile di due anni fa in località Arenella, davanti al cimitero naufragava una barca che aveva a bordo 198 migranti. Era partita dalle coste libiche e doveva portare i disperati che aveva a bordo a Lampedusa. Gli scafisti sbagliarono la rotta e si ritrovarono a Pantelleria. Volevano entrare, forse, nel porto, ma il mare improvvisamente, per il forte vento, si alzò. Gli scafisti non conoscevano l’isola e le insidie delle sue coste, così la barca finì sugli scogli. L’allarme scattò subito ed in un baleno sul posto si ritrovarono gli uomini (e le donne) della Capitaneria di porto, le forze dell’ordine, carabinieri e finanza, i vigili del fuoco, i volontari, le ambulanze dell’ospedale e della misericordia. Un ponte di corde fu creato con l’aiuto anche dei sub di Pantelleria, e ad uno ad uno furono portati in salvo uomini donne e bambini. Tre non ce la fecero. Due corpi di donne furono ritrovati subito, un terzo, quello di un uomo dopo due giorni. Una delle due donne era la madre di cinque figli, si chiamava Leonie. Il marito, Camille diede la notizia ai cinque bambini, tre maschietti e due femminucce, con grande dignità nell’ospedale Nagar dove erano tutti ricoverati. Li volle davanti a sé, i più piccoli, Rais e Ernest sulle ginocchia e tutti insieme recitarono il rosario. Al termine decisero che non si sarebbero più mossi da Pantelleria per rimanere vicini alla loro mamma che avrebbero sepolto nel cimitero dell’isola. In ospedale il direttore sanitario dottor Luca Fazio, mobilitò tutti i medici e gli infermieri per dare le prime cure ai feriti ed assistere le donne e i numerosi bambini. L’assistenza da parte delle associazioni umanitarie e dei volontari continuò nei giorni successivi al naufragio. Tutta Pantelleria si mobilitò e al centro di prima accoglienza arrivarono abiti, scarpe, cibi e soprattutto tanta solidarietà.
Il video del naufragio

 

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