SCARICA L’APPELLO – 63°ma Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra
Davanti al persistere della lebbra – più di 200mila nuovi malati – Voglio Vivere onlus e la Fondazione Raoul Follereau intensificano il loro impegno e chiedono il sostegno di tutti. L’Appello del 2016. Guido Barbera (presidente Voglio Vivere onlus): “I malati di lebbra sono l’immagine di un’umanità ammalata e violentata nei propri diritti fondamentali”.
25 gennaio 2016 – “La lebbra si manifesta in maniera più forte dove e quando cresce il degrado e la miseria. I malati di lebbra sono l’immagine di un’umanità ammalata e violentata nei suoi diritti fondamentali, che vive in un mondo violentato e maltrattato nel suo ambiente e nei suoi beni comuni” ha dichiarato Guido Barbera, presidente di Voglio Vivere onlus, in occasione della 63° Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra che si svolgerà il 30 e 31 gennaio 2016. E Barbera continua: “La lebbra oggi porta la richiesta di perdono e di misericordia per i peccati contro l’ambiente e la natura devastata dagli interessi e dall’incuria; contro l’acqua e tutti i beni comuni dell’umanità trasformati da doni di Dio a merce del potere e degli interessi economici. L’ignoranza e la carenza d’igiene sono terra fertile per la malattia. Favorire l’educazione e la formazione dei bambini, a partire dalle bambine – le più escluse e dimenticate – è l’impegno principale per favorire lo sviluppo, il miglioramento sociale per la garanzia di una vita dignitosa per ogni essere umano, la tutela dei suoi diritti e dell’ambiente in cui vive”.
La 63°ma Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra rappresenta l’opportunità di riflettere umanitariamente sulle gravi catastrofi sanitarie in tanti paesi, spesso i più toccati dalla povertà. Oggi, dobbiamo prendere atto che il numero dei nuovi casi annui di lebbra non diminuisce.
Una situazione nascosta inquietante
I medici sul campo sono unanimi: contrariamente alle attese, la lebbra continua a propagarsi. Sono 200.000 l’anno i nuovi casi identificati, ma non riflettono tutta la realtà: altrettanti uomini, donne, bambini, abitanti in zone isolate, instabili, prive di infrastrutture sanitarie, sfuggono ogni anno all’identificazione con grande pericolo di sviluppare postumi invalidati e contaminare tutto l’ambiente circostante.
2016-2018 – un piano decisivo
La Fondazione Raoul Follereau finanzia da sempre il lavoro dei ricercatori per mettere a punto una nuova terapia per interrompere la trasmissione del contagio; elaborare un test di diagnostica precoce per scoprire la lebbra prima di ogni segno visibile; controllare le resistenze ad uno dei componenti della polichimioterapia e per la ricerca di un vaccino. La malattia oggi è curabile come una qualsiasi altra malattia, ma siamo però ancora lontani da una soluzione definitiva del problema. Per questo, di fronte alle difficoltà di fare diminuire il numero dei malati di lebbra, tutti gli operatori internazionali impegnati, a partire dall’ILEP, Federazione delle associazioni che lottano contro la lebbra nel mondo di cui il Fondazione Raoul Follereau è membro fondatore, e l’organizzazione Mondiale della Sanità, hanno definito e messo a punto un piano di azione per i futuri tre anni, finalizzato a tre grandi obiettivi:
- fermare il contagio;
- prevenire le invalidità;
- combattere l’esclusione, favorendo il reinserimento sociale.
Sintomo della povertà
Malattia tropicale trascurata, simbolo dell’esclusione sociale, legata al destino dell’uomo dalla notte dei tempi, la lebbra resiste ancora nelle regioni più povere e sfavorite dove imperversano l’ignoranza e la miseria. Due altri grandi flagelli stigmatizzati e denunciati socialmente da Raoul Follereau, combattuti dalla Fondazione che porta il suo nome.
Dove sono
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2013 sono stati rilevati 232.857 nuovi casi di lebbra al mondo. Le stime parlano di circa 1-2 milioni di malati con disabilità irreversibili legate al morbo di Hansen. La maggior parte dei casi si concentra nei Paesi tropicali e subtropicali, in particolare India, America Latina e Africa.
Per il 2013, l’Oms riporta 215.656 nuovi casi diagnosticati, con una diminuzione rispetto all’anno precedente (17.201 in meno). Solo 103 Paesi però hanno inviato le statistiche annuali, e mancano all’appello molti Paesi con nuovi casi accertati. Il dato è dunque largamente sottostimato. I Paesi con il maggior numero di insorgenze sono: India (126.913), Brasile (31.044) e Indonesia (16.856), ovvero l’81% del totale mondiale. Altri Paesi con un numero significativo di nuovi casi sono: Bangladesh, Cina, Costa d’Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Madagascar, Myanmar, Nepal, Filippine, Sri Lanka, Sud Sudan e Tanzania.
Alcuni dati significativi, sempre dai dati dell’OMS del 2013:
- Ogni 2 minuti un nuovo malato di lebbra
- 464 casi multibacillaires (forma più contagiosa)
- 295 che presentano delle incapacità di grado 2, visibili ed irreversibili
- 796 bambini con meno di 15 anni
Generosità e speranza
La lebbra non esiste più in Francia e in molti Paesi. Ma contagia ancora un uomo, una donna, un bambino, ogni due minuti nel mondo. Ciascun malato ha bisogno della nostra attenzione e della nostra generosità per essere curato in tempo, prima che la lebbra non gli infligga una doppia condanna: fisica e sociale. È a questa sfida, a questa speranza, a questa vittoria che contribuiranno le offerte raccolte nella 62°ma Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra.
La Fondazione Raoul Follereau e l’Associazione Voglio Vivere ONLUS in Italia, sono organismi caritativi privati che seguono la via tracciata dal loro fondatore per lottare contro l’esclusione sociale causata dalla malattia, dalla povertà o dall’ignoranza. Ponendo l’uomo, senza distinzione di origine o di religione, al centro della loro azione; privilegiando le azioni che mirano a curare, educare, formare e reinserire, la Fondazione opera con l’aiuto dei suoi donatori, dei suoi partner e di suoi volontari, per un mondo più giusto e più umano.
VOGLIO VIVERE onlus
Membro Unione Internazionale Raoul Follereau
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