Roma, 23 giugno 2020- le reti di rappresentanza delle organizzazioni della società civile (AOI, CINI, LINK 2007) lanciano un appello al Parlamento Italiano
Quando a fine maggio 70 parlamentari – tra cui tutti i Capigruppo in Commissione Esteri e parlamentari di spicco delle forze componenti la maggioranza di governo – hanno scritto al Presidente Conte invitandolo a prendere una posizione di condanna sulla prospettata annessione di territori della Cisgiordania da parte di Israele, ci saremmo aspettati da lì a poco la presentazione di un testo da sottoporre alla votazione del Parlamento.
A meno di dieci giorni dal 1 di luglio, data stabilita dal Governo di Israele per presentare alla Knesset la proposta di annessione di alcuni territori della Cisgiordania, qui in Italia tutto appare fermo.
Di fronte al precipitare della situazione in Cisgiordania, dove neanche durante il periodo COVID19 le demolizioni e i trasferimenti forzati da parte delle autorità israeliane e le violenze dei coloni nei confronti della popolazione palestinese si sono fermati, le nostre organizzazioni lanciano un appello urgente al Parlamento italiano affinché venga approvato un atto di indirizzo che impegni il governo a far pressione sulle autorità israeliane per garantire la tutela del diritto internazionale.
In particolare, chiediamo che il Parlamento impegni il Governo:
- a proporre una iniziativa per scongiurare un’annessione formale da parte di Israele di parte della Cisgiordania e a non riconoscere l’annessione israeliana di aree del Territorio palestinese occupato
- ad avviare una iniziativa per indurre il Governo israeliano a porre fine alla costruzione degli insediamenti illegali visto il divieto della Quarta Convezione di Ginevra di trasferire la popolazione civile in territorio occupato e le decisioni del Consiglio europeo e la risoluzione n. 2334 del 2016 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite;
- ad intraprendere iniziative utili per garantire la tutela dei diritti della popolazione palestinese, come stabiliti dal Diritto Internazionale, senza discriminazioni o eccezioni, in merito alle violenze commesse da coloni israeliani ai danni dei Palestinesi, delle loro proprietà e dei loro mezzi di sostentamento, garantendo allo stesso tempo una giustizia che sia imparziale e trasparente
- sostenendo il diritto dei palestinesi di restare nella loro terra nell’Area C (comprese la Valle del Giordano e l’area settentrionale del Mar Morto) e condannando qualsiasi trasferimento forzato
- cessando la fornitura di armamenti (armi, munizioni, equipaggiamenti ecc..) a tutte le parti coinvolte nel conflitto israelo-palestinese, laddove sussista un rischio chiaro e preponderante che tali forniture possano essere usate per commettere gravi violazioni del diritto internazionale umanitario
Infine, chiediamo si espliciti da parte del Governo in modo chiaro, qualora Israele non desista dal suo intento, quali contromisure concrete e specifiche è disposto a prendere in caso di annessione formale.
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Source: Cipsi