di Francesco Spagnolo
Pubblicate le graduatorie provvisorie dei progetti. Entro fine anno atteso il nuovo Bando nazionale volontari per circa 40 mila posti. La presidente: “Le procedure selettive sconteranno situazione di emergenza, colloqui da remoto, se non ci sono le condizioni”
ROMA – Nei giorni scorsi il Dipartimento delle Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale (SCU) ha pubblicato le graduatorie provvisorie dei programmi e dei progetti presentati dagli enti entro lo scorso 29 maggio. Fino al 25 novembre sarà possibile per quest’ultimi far arrivare le proprie osservazioni al Dipartimento, successivamente entro fine anno è atteso il nuovo Bando nazionale volontari per circa 40mila posti, con le candidature che dovranno essere fatte tramite SPID come lo scorso anno.
“La novità – ci dice Felisia Farnese, Presidente della Consulta nazionale del SCU – è che le procedure selettive sconteranno la situazione più generale di emergenza che il nostro Paese sta vivendo di nuovo e le modalità per effettuare i colloqui di selezioni saranno da remoto, laddove non ci fossero le condizioni per svolgerli in presenza. Chiaramente gli enti dovranno comunque assicurare l’identificazione del candidato nonché la pubblicità dei colloqui attraverso piattaforme – anche gratuite – che consentano l’accesso ad ospiti esterni di assistere compatibilmente alla tecnologia di cui riusciranno a disporre”.
Intanto la Consulta nazionale è al lavoro su molti aspetti che riguardano il futuro immediato del servizio civile. “Le graduatorie provvisorie – ci dice ancora Farnese – rappresentano la prima prova che il nuovo sistema del SCU dà di sé e offre uno spaccato interessante sulla relazione tra i vecchi Albi Nazionale e Regionali che la riforma ha voluto allineare nonché sulla forma del nuovo Albo Universale. Sarà inoltre interessante vedere la distribuzione regionale delle sedi di progetto attivate dagli enti”. “La Consulta nell’ultima riunione del 18 novembre ha espresso un parere al testo del ‘Piano annuale per la programmazione del Servizio Civile Universale 2021’. L’impianto del testo analizza la situazione fin a qui nota del sistema con il limite di poter raccontare solo la fase connessa alla presentazione dei programmi di intervento nell’ambito del primo Piano annuale. Il testo inquadra l’attuale contesto nazionale ed internazionale profondamente e rapidamente mutato prediligendo tuttavia la continuità delle modalità operative per gli enti al fine di consentire al sistema di mettere a frutto quanto maturato nel primo deposito programmi dello scorso 29 maggio. Quindi per la prossima programmazione degli interventi, in sostanza, si riconferma l’impianto già sperimentato, aggiunge la Presidente della Consulta.
Tutto il sistema del SCU è però ancora alle prese con le conseguenze della pandemia da Covid-19. “Qualche settimana fa ho detto che abbiamo inteso affrontare gli esiti della prima fase più acuta dell’emergenza guardando il bicchiere mezzo pieno. – precisa Farnese – Continuo a credere di avere ragione. Innanzitutto, ci siamo dati il tempo per focalizzare cosa ha funzionato e cosa no, l’emergenza, da cui purtroppo siamo nuovamente investiti, ci ha offerto un nuovo modo di guardare le cose dove i principi di flessibilità e di semplificazione devono essere la strada maestra”.
Per la Presidente della Consulta i temi della “digitalizzazione” e della “formazione” sono tra quelli che più hanno risentito di un’accelerazione in questi tempi di pandemia. Ma oltre a questo la Consulta sta lavorando ad aggiornamento della prossima “Circolare per la redazione e la presentazione dei programmi di intervento”, lavoro che “terminerà la prossima settimana per preparare il sistema ad un altro appuntamento importante: il nuovo Avviso deposito programmi 2020-2021”, ci dice Farnese, che poi aggiunge “entro l’anno un ulteriore gruppo di lavoro avrà allo studio una più ampia attività volta a verificare la possibilità di semplificare l’attuale procedura di iscrizione e di adeguamento all’Albo di Servizio Civile Universale che intervenga in modo puntuale sui nodi critici del processo”.
“Un’attività intensa quella di questi mesi – nonostante i periodi difficili – che evidenzia un sistema vivo ed impegnato a reagire all’emergenza. L’ultima parola spetterà al Parlamento su quanto investire – e dunque credere – in questa politica dello Stato”, conclude la Presidente della Consulta nazionale del Scu.
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