Gino Strada è morto questa mattina. È stato fondatore, chirurgo, direttore esecutivo, l’anima di EMERGENCY. Guido Barbera, presidente del CIPSI ha scritto ad Emergency: “Ho avuto la fortuna di incontrare Gino ancora prima che fondasse Emergency, per la prima campagna contro le mine. Oggi riceviamo da lui la sua eredità di valori, ideali, diritti, che hanno dato vita e sostanza alla sua presenza, alla sua testimonianza, alle sue opere. Il mondo che lascia ha bisogno più che mai che tutto ciò riprenda ad animarci e a far vivere il suo volto umano nell’intera umanità. Grazie Gino. Accompagnaci nel nostro impegno per completare il lavoro che tu non hai potuto fare e che noi vogliamo fare dopo di te. Ci stringiamo uniti a tutti gli amici di Emergency, alla famiglia di Gino e a tutti i suoi amici.
Amici, soci, collaboratori, staff, consiglieri e presidente CIPSI”.
Gino Strada.
di Chiara Ludovisi – Redattore Sociale
Emergency, l’organizzazione umanitaria fondata nel 1994 insieme alla moglie Teresa Sarti, da allora è al fianco di tutte le popolazioni in conflitto, costruendo e gestendo non solo ospedali per curare le ferite, ma anche centri di riabilitazione per chi ha subito un’amputaz
ROMA – Ha speso la sua vita dicendo “no” a tutte le guerre ed è morto nei giorni in cui uno dei Paesi che più aveva a cuore subisce nuovamente l’avanzata dei talebani. Insieme alla moglie Teresa Sarti, nel 1994 Gino Strada ha fondato Emergency, l’organizzazione che in 18 Paesi del mondo (tra cui l’Italia) promuove la pace e combatte la povertà, la malattia e i conflitti in tutto il mondo.
In prima linea anche nelle cure per il Covid, Emergency è in prima linea pure nella riabilitazione di chi, a seguito delle ferite o delle mutilazioni riportate durante il conflitto, si trova a dover affrontare una condizione di disabilità.
In Iraq, in particolare, c’è il Centro di riabilitazione e reintegrazione sociale di Sulaimaniya, che in risposta ai numerosi casi di lesioni da mina nel Kurdistan iracheno, si è specializzato nella fisioterapia e nella produzione di protesi, ortesi e ausili per la deambulazione nonché di apparecchi ortopedici per pazienti disabili e amputati. Non solo: per sostenere e accompagnare il rientro a casa dei pazienti, Emergency si occupa di abbattere le barriere architettoniche nelle loro abitazioni, in modo tale che possano muoversi senza difficoltà nell’ambiente domestico e mantenere la propria autonomia. La stessa autonomia che Emergency favorisce e incoraggia attraverso progetti di reinserimento professionale dei pazienti guariti, tramite corsi di carpenteria, lavorazione del legno, sartoria e calzoleria. Una volta conclusa la formazione, l’organizzazione garantisce il supporto organizzativo e finanziario indispensabile per avviare piccole cooperative imprenditoriali e botteghe artigiane, fino al raggiungimento della completa autonomia.
In Afghanistan, esattamente a Kabul, Emergency ha aperto e gestisce il più importante Centro di chirurgia di guerra del paese, che che comprende, tra le altre cose, tre sale operatorie, un reparto di terapia intensiva, un pronto soccorso, sei ambulatori, laboratorio e banca del sangue, radiologia e apparecchiature per la fisioterapia e tomografia computerizzata. Il Centro è anche specializzato in traumatologia.
Anche nello Yemen, sede di una delle più gravi crisi umanitarie attuali, Emergency presto aprirà un Centro chirurgico per vittime di guerra, che offrirà cure gratuite e di qualità alle vittime. Da fine maggio 2021, lo staff di Emergency è impegnato in corsi di formazione in assistenza traumatologica pre-ospedaliera (Pre-hospital Trauma Care) rivolti a operatori sanitari e personale sanitario specializzato locale.
Ora, il mondo intero piange la perdita di un uomo che ha dato vita a un grande progetto: un impegno al fianco di chi è in pericolo, che anche la figlia Cecilia Strada ha fatto proprio e che oggi dedica a lui: “Non ero con lui – scrive sui social – ma di tutti i posti dove avrei potuto essere…beh, ero qui con la ResQ – People saving people a salvare vite. È quello che mi hanno insegnato mio padre e mia madre”. E proprio la ResQ dedica a Gino Strada le vite appena messe in salvo: “La scomparsa di Gino Strada coincide con il primo salvataggio di 85 persone avvenuto oggi – riferisce il presidente, Luciano Scalettari – Come ResQ dedichiamo a lui queste 85 vite umane, che porteremo in un luogo sicuro”.
Fonte: Redattore Sociale
L’articolo Gino Strada. Una vita per la pace, curando le ferite di guerra sembra essere il primo su Solidarietà e Cooperazione CIPSI.