Un grande successo per la due giorni organizzata da CNESC e Movimento Nonviolento
Si è concluso a Roma il Convegno “50 anni di obiezione per la pace: analisi, riflessioni e prospettive sul Servizio Civile” realizzato da CNESC – Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile e Movimento Nonviolento, il principale evento organizzato in occasione dei 50 anni dal riconoscimento dell’obiezione di coscienza al servizio militare e dall’avvio del servizio civile.
Tanti i temi toccati durante la due giorni di lavori: dalla conquista dell’obiezione non solo in Italia ma anche in altri Paesi Europei, attraverso la viva voce di tanti obiettori che pagarono personalmente la scelta di disobbedire, fino ai giorni nostri, con un dialogo tra obiettori russi e ucraini che ha attualizzato l’obiezione di coscienza e fatto interrogare su come offrire sostegno a quanti, in molte nazioni, non possono godere di questo diritto.
Nella seconda giornata si sono esaminate le prospettive future.
Il legame tra servizio civile e sviluppo sostenibile, la difesa civile non armata e nonviolenta e la partecipazione civica dei giovani sono alcuni dei temi affrontati dai gruppi di lavoro che in sessione plenaria hanno tracciato sviluppi e prospettive da consegnare anche al mondo politico.
Tra le proposte largamente condivise quella di investire in modo deciso e prospettico sul servizio civile, per renderlo veramente universale.
“Il servizio civile – dichiara la Presidente CNESC Laura Milani – è uno strumento di promozione di una pace positiva e di sostenibilità, strettamente connesso alla solidarietà, all’inclusione, alla cura dei diritti umani. Un anno di servizio al Paese che educa i giovani alla pace e al senso civico, che si estende dalla scelta del singolo alla collettività e che rilascia effetti anche ben dopo oltre averla vissuta. Si deve fare un passo in più e incrementare i fondi previsti dalla legge di stabilità, a 285 milioni per il 2023 e 500 annui per il 2024 e 2025”. “
Serve far crescere il paradigma della nonviolenza: ricercare, sperimentare, potenziare il ruolo del servizio civile come promotore di pace in Italia e all’estero – aggiunge Mao Valpiana presidente del Movimento Nonviolento – Ecco perché chiediamo di riattivare il Comitato per la Difesa civile non armata e nonviolenta, di dare continuità e potenziare i Corpi Civili di Pace e istituire un Dipartimento per la Difesa Civile non armata e nonviolenta per rendere strutturali gli interventi di trasformazione nonviolenta dei conflitti”.
Proprio in concomitanza con l’uscita del bando volontari più numeroso di sempre, emerge la necessità di raccontare il servizio civile ai giovani con chiarezza, in una modalità coerente con la dimensione valoriale che gli è connaturata, e non una risposta all’occupabilità.
È necessario inoltre, questo l’appello alle Istituzioni, che si rafforzi la promozione del Servizio Civile, che sarà realmente universale quando tutti i giovani saranno a conoscenza dell’opportunità di farlo.
I volontari presenti hanno sottolineato l’importanza di una formazione di qualità e insieme agli Enti hanno concordato sulla valorizzazione e il riconoscimento delle competenze, ma rifuggendo da soluzioni semplicistiche e problematiche come quella della scorsa progettazione.
“La certificazione deve essere garantita a tutti i giovani che la chiedono e le competenze del SCU sono quelle trasversali e di cittadinanza – conclude Laura Milani– è necessario che il Dipartimento collabori con tutti i soggetti competenti, Ministero del Lavoro, Regioni, Università, per avviare un percorso che definisca i criteri, gli strumenti e il percorso per il loro riconoscimento”.
Il Convegno è stato realizzato con il patrocinio di RAI Sostenibilità ESG.
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