“LA PRIMA GRANDE OPERA CHE L’ITALIA DOVREBBE METTERE IN ATTO È LA SOLA CHE PUÒ GARANTIRE IL DIRITTO UMANO ALL’ACQUA. IL RISPARMIO IDRICO E LA PIANIFICAZIONE DEGLI USI DELL’ACQUA DEVONO VENIRE PRIMA DELLA COSTRUZIONE DI INFRASTRUTTURE. PROMUOVERE LA MOBILITAZIONE GIOVANILE PER IL SUPPORTO ALLA CREAZIONE DI BLUE COMMUNITIES”
Roma, 22 marzo 2023 – In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2023 il coordinatore del nuovo Progetto “Blue Communities – Giovani promotori di comunità a difesa dell’acqua” Marco Iob (CeVI) ha dichiarato: “La gestione dell’acqua deve essere affrontata con criteri del bene comune e del diritto umano all’acqua. La prima grande opera che l’Italia dovrebbe mettere in atto è la sola che può garantire il diritto umano all’acqua e ai servizi igienico-sanitari per tutti: la sistemazione della rete idrica-fognaria-depurativa in tutto il paese, eliminando le ingenti perdite, costruendo le reti fognarie separate, garantendo il buon funzionamento dei depuratori. Il risparmio idrico e la pianificazione degli usi dell’acqua devono venire prima della costruzione di infrastrutture quali invasi, dighe, canalizzazioni che hanno impatti importanti, cementificano il suolo e possono essere spesso non la soluzione ma parte del problema della mancata tutela del ciclo idrico. Tutto ciò togliendo l’acqua dal mercato e dal mondo della finanza come primo passo per tutelarla. L’acqua è un bene comune globale, essenziale per la vita umana e per la sopravvivenza degli ecosistemi. Il diritto all’acqua è stato riconosciuto dalle Nazioni Unite come un diritto umano fondamentale e deve essere garantito a tutti senza discriminazioni”.
Il progetto Blue Communities, coordinato dal CeVI – Centro di Volontariato Internazionale, cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo, è iniziato l’1 gennaio 2023 e intende promuovere la mobilitazione giovanile per il supporto alla creazione di Blue Communities, intese come reti territoriali di attori – scuole, istituzioni, cittadini, organizzazioni della società civile, gestori dell’acqua, amministrazioni locali, operatori economici – che collaborano in modo attivo e responsabile per la riduzione dei consumi diretti e indiretti di acqua, in risposta all’aggravarsi della scarsità idrica . L’iniziativa quindi si rivolge ai giovani dai 14 ai 30 anni nelle regioni del Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Sicilia.
Sono partner del Progetto, oltre al CeVI: Acquifera APS, AWorld società benefit, Cittadinanzattiva APS, Coordinamento Agende 21 locali italiane CA21L, Fondazione La Locomotiva onlus, Gruppo Missioni Africa GMA, H4O Help for Optimism, Navdanya International, People Help the People APS, Solidarietà e Cooperazione CIPSI, DPIA dell’Università di Udine.
Si creeranno reti che si occuperanno di informazione e sensibilizzazione, ma anche dell’adozione e promozione di comportamenti concreti riguardo al risparmio idrico, sia diretto che indiretto. Saranno comunità fortemente radicate sul territorio, che interagiranno tra loro nella consapevolezza che la questione idrica e il cambiamento climatico sono sfide di portata globale.
La gravità della siccità in Italia richiede una gestione attenta e sostenibile delle risorse idriche, basata sui principi del bene comune e del diritto umano all’acqua. Le Blue communities rappresentano un approccio partecipato e integrato alla gestione dell’acqua, che può contribuire in modo significativo alla soluzione dei problemi legati alla scarsità delle risorse idriche.
La situazione. L’Italia sta vivendo una delle peggiori siccità degli ultimi decenni, si è avuto il 60% di precipitazioni in meno rispetto alla media storica e circa 2 gradi di temperatura in più. Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il livello dei laghi e dei fiumi è drasticamente diminuito, le falde acquifere sono in diminuzione e molte regioni del paese si trovano in stato di emergenza idrica.
L’ultimo rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) pubblicato pochi giorni fa ci chiama ad azioni urgenti indica chiaramente che il ritmo e la portata di ciò che è stato fatto finora sono insufficienti per affrontare il cambiamento climatico.
Si sta avverando quanto previsto da anni da parte di ricercatori, istituzioni internazionali e perfino dalla Banca Mondiale: la crisi idrica è diventata in alcune regioni uno dei principali fattori della perdita di PIL! Lo stress idrico impatta su agricoltura, turismo e industria e recentissimi studi evidenziano che la “filiera dell’acqua” ovvero tutta la catena di attività e imprese che utilizzano l’acqua nei loro cicli produttivi, vale il 18% del Pil italiano e l’attuale emergenza idrica potrebbe mettere a rischio 320 miliardi di euro.
Secondo la le organizzazioni degli agricoltori, i danni causati dalla siccità potrebbero arrivare a 6 miliardi di euro, causando una perdita del 10% del valore della produzione agricola nazionale.
Ora che la crisi idrica impatta sull’economia, il mondo economico e della finanza è in allarme e si mobilita chiedendo investimenti e infrastrutture. Il settore agricolo è colpito duramente dalla siccità e può uscirne mettendo in atto un modello basato su tecniche agro-ecologiche che preservino la ricchezza dei terreni, compresa la loro capacità di trattenere l’acqua e abbandonare sistemi a monocolture e zootecnia intensive.
L’Italia preleva oltre 9 miliardi di metri cubi l’anno per usi civili ed è il maggior consumatore dell’Unione Europea e gli italiani sono coloro che utilizzano la maggior quantità di acqua potabile: 220 litri per abitante al giorno con una media europea di 165.
Marco Iob ha concluso: “Per affrontare i gravi problemi dell’acqua, in Italia e nel mondo, è necessario un approccio partecipato e integrato. In questo senso, le Blue communities rappresentano un modello innovativo di gestione dell’acqua, che prevede la partecipazione attiva della società civile e delle autorità locali, la promozione dell’accesso all’acqua potabile come diritto umano, la protezione delle risorse idriche e la promozione di politiche di gestione sostenibile dell’acqua pubblica”.
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Ufficio Stampa CIPSI, Nicola Perrone, ufficiostampa@cipsi.it – M 329.0810937
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