di Debora Moliterno e Maria Torelli – Volontarie in Servizio Civile Universale Italia del CIPSI
La comunità bengalese di Roma e il cambiamento politico in Bangladesh.
Lo scorso 5 agosto scorso, nel cuore pulsante di Torpignattara, si è vissuto un evento di grande significato per la comunità bengalese. L’area, conosciuta per la sua vivace miscela di culture, ha visto esplodere una festa di gioia e speranza in seguito alla caduta del governo di Sheikh Hasina in Bangladesh. Questa celebrazione non è stata solo una manifestazione di euforia politica, ma anche un momento di riflessione e di connessione per la comunità bengalese residente nella capitale italiana.
Il movimento di protesta dei giovani studenti che in Bangladesh ha portato alla caduta del governo presieduto dalla prima ministra Sheikh Hasina, verrà ricordato come “La Rivoluzione della Generazione-Z”. Le dimissioni della premier, dopo quasi 15 anni di governo, rappresentano infatti una svolta per la politica del Paese e, a metterla a segno, sono le giovani generazioni bengalesi.
Le proteste iniziate all’Università di Dhaka a luglio scorso sono di natura politica e sono state scatenate dalla reintroduzione di una legge che riserva il 30% dei posti nella pubblica amministrazione ai familiari dei veterani della guerra d’indipendenza del Bangladesh. Gli studenti, poi seguiti da gran parte della popolazione, hanno chiesto l’abolizione di questa quota, vista come un favore verso i sostenitori del partito della premier Sheikh Hasina, figlia di un eroe dell’indipendenza.
Oltre alla questione delle quote, i manifestanti hanno denunciato la crisi democratica del Paese, culminata nelle elezioni del 2024, caratterizzate dalla scarsa affluenza e dal boicottaggio del partito di opposizione, il Bangladesh Nationalist Party, in risposta alla repressione del governo di Hasina. Questo ha portato a tensioni, con accuse di violazioni di diritti umani e di limitazione della libertà di espressione, aggravando l’instabilità politica del Paese.
La caduta del governo di Sheikh Hasina, e ancora prima i moti rivoluzionari, hanno scatenato una serie di reazioni in tutta Italia, dato l’elevato numero di bengalesi presenti sul territorio. A Roma le manifestazioni si sono diffuse all’esterno dell’ambasciata e, in seguito all’ufficialità delle dimissioni della premier, i festeggiamenti hanno coinvolto il quartiere di Torpignattara.
Noi volontarie, che svolgiamo il Servizio Civile Universale con Solidarietà e Cooperazione CIPSI, in collaborazione anche con l’ente Altramente-Scuola per tutti e tutte, quest’ultima molto attiva nel quartiere di Torpignattara e dove ha la propria sede, abbiamo vissuto intensamente sia la preoccupazione e la rabbia della comunità bengalese, a causa della violenta repressione degli studenti, sia la gioia esplosa quando è arrivata la notizia delle dimissioni della ministra Hasina.
Racconti di bambini bengalesi del quartiere romano Tor Pignattara
Durante l’estate scorsa, presso l’associazione Altramente-Scuola per tutti e tutte, abbiamo seguito soprattutto nell’aiuto compiti i bambini, prevalentemente di origine bengalese, dai 7 ai 13 anni. Nonostante la loro giovane età, abbiamo appreso dei disordini nel loro paese di origine proprio da un bambino di quarta elementare. Una mattina del mese di luglio, si è seduto e, in modo spontaneo, ci ha raccontato degli orribili eventi che stavano accadendo in Bangladesh.
Il 5 agosto, invece, una ragazza di seconda media, mentre si si metteva d’accordo con un’amica per festeggiare, ci ha spiegato con entusiasmo il motivo: la ministra Hasina era scappata in India e l’esercito aveva preso il potere.
Al termine del turno di servizio, uscendo dall’associazione, ci siamo trovate in mezzo a un’ondata di festa: per strada, molti bengalesi si urlavano da un lato all’altro, incitando tutti a unirsi ai festeggiamenti. Nel giro di poco tempo, le strade, i parchi e le case del quartiere romano si sono riempiti di persone che celebravano insieme.
In sintesi, i festeggiamenti dei bengalesi a Torpignattara hanno rappresentato molto più di una semplice esultanza per la caduta di un governo. Sono stati una celebrazione della resilienza culturale, della speranza politica e della solidarietà comunitaria. Questo evento ha sottolineato l’importanza della connessione tra le persone, sia quelle lontane dalla loro terra d’origine che quelle che vivono a contatto con culture diverse, e ha dimostrato come le vicende politiche globali possano avere un impatto profondo, anche nelle realtà più locali.
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