Un nuovo numero doppio monografico: è uscito il numero 2-3/2020 della rivista Solidarietà Internazionale. In questo numero: Copertina: Covid-19 e la vita cambio? Da dove ripartiamo: le proposte per una ricostruzione sociale ed umana. Editoriale: Tra muri e barche. Articoli di don Rocco D’Ambrosio, Roberto Musacchio, Silvia Stilli, Luca Manes, Alfio Nicotra, Andrea Grillo, F. K. Ki-Zerbo, Riccardo Petrella, Patrizia Sentinelli, Guido Barbera, Bruno Bignami, … e tanti altri!
ABBONATEVI PER L’ANNO 2020!
In questo numero.
Editoriale. Tra muri e barche. La redazione di Solidarietà
Internazionale ha scelto di riprendere le sue pubblicazioni ripartendo da
questa domanda: quale normalità possiamo raggiungere dopo questi mesi in cui il
COVID-19 si è impossessato della nostra vita, della nostra storia, del nostro
futuro? Ripartire dal “distanziamento sociale” a cui ci ha obbligato la
necessità di sicurezza sanitaria, o ripartire dalla convinzione che “solo
insieme ce la faremo”? Questo è l’interrogativo. Questa, la scelta che dobbiamo
fare. Prima di una scelta politica o economica, una scelta personale di vita.
Dobbiamo, tutti, semplicemente e personalmente, scegliere se vogliamo ripartire
in competizione gli uni con gli altri, i ricchi con i poveri, i primi con i
secondi, allontanandoci sempre più e costruendo muri per proteggerci, per
proteggere i nostri interessi, oppure ripartire dalla stessa barca aiutandoci
reciprocamente, perché solo insieme possiamo affrontare e superare qualunque ostacolo,
problema, divisione. Il nostro futuro lo decidiamo e lo costruiamo solamente
noi, con la nostra presenza o con la nostra assenza. A noi la scelta.
I GIORNI DEL NEMICO, di B. Salvarani. E poi venne Covid-19. Di fronte a un nemico invisibile ma pervasivo siamo
stati tutti catapultati all’improvviso in una società mondiale del rischio.
VEDERE #Italia.
La povertà ai tempi
della pandemia, di M. Galasso (Direttore della Caritas di Rimini). Abbiamo lasciato a casa i nostri volontari con più di 65 anni. Sono
stati rimodulati i servizi per cercare di proteggerci dal virus. Non avevamo
ancora ben chiaro cosa stesse per accadere, ma avevamo intuito che era qualcosa
che ci avrebbe costretto a cambiare.
“Nulla sarà più come prima”: ne siamo davvero sicuri?, di L. Manes. Ci troviamo a vivere una crisi sanitaria globale che non ha precedenti, almeno nell’ultimo secolo. In qualche modo era preannunciata. Ma ha trovato le società iper-tecnologiche di gran parte del pianeta totalmente non attrezzate a confinarla e gestirla. Le implicazioni economiche e sociali sono ancora difficili da valutare.
Crisi sociale: meno
armi più sanità, di G. Beretta. L’Italia non era preparata a
fronteggiare l’emergenza coronavirus, che ha fatto venire alla luce deficienze
strutturali. Il costante indebolimento del Sistema Sanitario Nazionale a fronte
di una ininterrotta crescita di fondi a favore delle spese militari. Occorre
un’ampia revisione complessiva che non può essere affidata solo agli
specialisti, ma deve coinvolgere a pieno titolo le associazioni della società
civile. È una crisi umana e sociale, e come tale va affrontata.
Diritti umani: l’Italia
fa un passo indietro, di F. Martone. Il lockdown ci racconta di
un sistema sanitario fiaccato da anni di tagli alla spesa pubblica. Adottare
misure speciali in tempi speciali non esonera i governi dal rispettare e
garantire i diritti fondamentali dei cittadini. Ruolo che lo Stato non deve
abbandonare, considerando le conseguenze che questo lockdown avrà sulla vita di
molti cittadini, in particolare quelli appartenenti alle categorie più
vulnerabili.
Cara Europa, liberati
dal virus, di R. Musacchio. Il virus ci sta dando
molte lezioni. Il famoso mercato interno europeo non ha garantito neanche l’afflusso
dei materiali sanitari necessari. Sono stati smantellati i sistemi sanitari
nazionali in nome del bilancio e del privato. 37 miliardi di tagli operati in
Italia da governi di tutti i tipi. Serve una spinta a liberarsi dal virus e a
ripartire dal lavoro liberato. Ma cosa significa? La Bce ora deve spendere
tutto quello che serve contro il virus, per i cittadini e per cambiare
l’economia in senso sociale e ambientale.
Terzo Settore:
#Nonfermateci, di S. Stilli. In queste settimane in cui si
parla di ripresa delle attività, chi resta indietro è proprio il sociale. La
moltitudine di realtà cooperative e associazioni che in questi mesi ha lavorato
con costanza nell’assistenza alle categorie più vulnerabili, si affida
all’azione parlamentare.
Dal buon senso alla felicità, di N. Teodosi. L’emergenza sanitaria rimette in discussione i paradigmi economici basati sul profitto. Mettere al centro i bisogni dei più poveri. Cambiarli è possibile e dipende da noi.
Parma, “l’amore batte
il tempo”, di L. Caffagnini. È il nuovo slogan
materializzato nella città. La rincorsa di un’eterna giovinezza aveva
allontanato da tanti italiani il pensiero che sulla terra ci aspetta una fine.
Anche a Parma, Capitale della cultura 2020, il coronavirus fa annullare gli eventi.
La strage tra i missionari Saveriani.
I disagi di una mamma
lavoratrice, di F. Giovannetti. Le difficoltà del vivere
il lockdown con due bambini piccoli. Perché non si possono riaprire le scuole
all’aperto con pochi bambini al giorno?
VEDERE #internazionale.
Terre condannate, di A. Nicotra. Un miscuglio micidiale. Una condanna a morte. Non
si trovano parole adatte per descrivere l’inferno che si sta abbattendo su una
larga parte del Medio Oriente, dove aree di conflitto, conseguenze degli embarghi
economici ed epidemia da Covid-19 si impastano in una unica maledizione.
La resistenza degli
africani, di F. K. Ki-Zerbo. Gli africani sono
abituati a combattere la malaria, l’ebola e tutte le epidemie cicliche, le cui
devastazioni causano milioni di vittime ogni anno. Così l’Africa ha ricevuto il
Covid-19 in ritardo, senza la gigantesca paura degli altri. Finora il Covid-19
si è diffuso poco in Africa, principalmente nelle capitali piuttosto che nelle
città secondarie e nelle campagne. I paesi africani hanno dimostrato la
capacità di trattare con il Covid-19 e la loro competenza scientifica. Lo
scenario catastrofico internazionale ha risparmiato l’Africa, nonostante le
terribili previsioni.
I numeri che non ci
aspettavamo, di F. Viotti. Senegal: in tempi normali la
banlieu di Dakar non dorme mai. Tra le prime misure per il contenimento della
pandemia è stato introdotto un coprifuoco dalle 20 alle 6. Il nuovo silenzio
serale.
L’amicizia ai tempi del
coronavirus, di I. Cannistrà e R. Marcone. Gerardo
Lutte, fondatore del Mojoca (Movimiento Jovenes de la Calle), si trova a Città
del Guatemala, in isolamento nella Casa 8 Marzo, insieme ad alcune ragazze ed
ai loro figli. Anche lì, infatti, è arrivato il coronavirus, ma a differenza di
altri paesi latino-americani la situazione non sembra così allarmante. Un
diario-cronaca di quanto sta avvenendo in Guatemala, raccontato dal punto di
vista dei giovani e dei bambini di strada. La trascrizione dei messaggi vocali
inviati da Gerardo ai soci e ai sostenitori di Amistrada, la Rete di amicizia
che da circa vent’anni appoggia Il Mojoca. Gerardo Lutte ha compiuto recentemente
91 anni ed ha progressivamente perso la vista.
Non morire di fame
prima che di Covid-19, di M. Pezzotti (alta funzionaria internazionale
dell’Onu esperta di America Latina). A Ciudad Juarez, dove ci sono 320
imprese con 300 mila posti di lavoro del redditizio sistema dell’economia
frontaliera degli Usa, la pressione per la ripresa a pieno ritmo e senza
protocolli di sicurezza ha avuto la meglio. In Messico e Centroamerica aumento
della povertà. Violenza in Salvador. In Colombia, a Soacha, tutte le finestre
delle abitazioni incorniciate da stracci rossi: segnale di soccorso da fame.
La protezione di Timor
Est, di N. Rinaldi. Il Covid ha fatto irruzione
spiazzando istituzioni e cittadini, con un piccolo impatto nella sanità
pubblica. Altrove, in Occidente, si discute che il dopo pandemia affermerà un
nuovo ritmo di vita, una maggiore stanzialità, un passo indietro della
frenetica mobilità globale, una riscoperta della dimensione domestica,
economica, culturale, riflessiva. Qui è già realtà. A Timor tutti si sono
sempre sentiti un po’ solitari.
Marsiglia alla
finestra. Diario di un isolamento, di L. Giallombardo.
Un diario di un reale isolamento cominciato ufficialmente, in Francia, il 17
marzo, ma ufficiosamente, in casa mia, ben prima. Marsiglia non è la città delle
mezze misure. O si ama o si odia. E, a volte, entrambi i casi. E nel pieno
della ricerca, si è insinuato un virus.
Spazi vuoti per il Covid-19, di E. Zani. “Il lockdown mondiale, la decisione di chiudere i paesi e limitare la maggior parte delle attività commerciali e sociali, mi ha colto di sorpresa durante un viaggio di lavoro in Indonesia, dove mi trovavo per documentare la realtà delle miniere illegali. Dopo tre settimane di permanenza, ho ricevuto la notizia che il mio volo di rientro, con scalo a Singapore, era stato cancellato e non potevo partire. Chiuso “fuori”, in piena crisi sanitaria mondiale, a più di undicimiladuecento chilometri in linea d’aria da casa: davvero una situazione poco invidiabile”.
INSEGNAMENTI #giudicare.
Pandemia e
globalizzazione, di G.G Folloni. Niente sarà
più come prima. Il virus, improvviso e mortale, si è presentato come il fattore
globalizzante più imperioso e potente d’ogni altro tentativo di dare regole
comuni alla mondialità. Nell’arco di alcune settimane ha imposto i suoi diktat:
mascherine, distanziamento sociale, spostamenti controllati ma, soprattutto, la
chiusura generalizzata delle imprese. Come uscire dal tracollo economico
generato da questa pandemia? Il virus potrebbe riuscire là dove la voce di
Greta Thunberg è risuonata solo come un’esortazione accorata ma senza potere.
La fatica di tornare
all’interiorità, di R. D’Ambrosio. Tutto sta cambiando:
relazioni, politica, economia, religioni, Europa, globalizzazione. Ma non è
assolutamente automatico, né che il cambio sarà positivo, né che impareremo
dagli errori commessi nel presente e nel passato. L’assenza di relazioni
fisiche ha determinato un aumento fuori misura di contatti e informazioni
virtuali.
Maschere e mascherine, di A. Grillo. Le “guerre liturgiche” hanno diviso la comunità
tra coloro che capivano l’esigenza del distanziamento e coloro che la
consideravano l’usurpazione di un loro “diritto alla messa”.
La Chiesa incontra i
fedeli attraverso i social, di G. Cerqueti. Una cosa
è certa: dall’esperienza della pandemia verranno fuori esigenze e forme nuove
di esprimere la fede. Anche attraverso i canali social. La fede, per molte
persone, gioca un peso decisivo nell’affrontare la situazione.
È il tempo del “noi”, di I. De Cave. La crisi collegata alla pandemia ci obbliga a
ripensare come affrontare le problematiche collegate alla dignità delle
persone. Emerge quindi un forte senso di responsabilità e di senso civico. Mai
come oggi il Terzo Settore acquisisce un ruolo fondamentale nell’affrontare le
debolezze sociali ed economiche svelate dall’emergenza Covid-19. In Italia
viene davvero riconosciuto il suo valore?
RIPARTIRE/RICOSTRUIRE #agire.
La risposta mondiale al
coronavirus. Che mistificazione!, di R. Petrella.
Il futuro vaccino sarà con un “accesso equo e a prezzo abbordabile di un
prodotto e servizio medico di proprietà privata, considerato un bene/merce
industriale e commerciale negoziabile sul mercato”. Cioè privato, e non
pubblico e gratuito. Se l’attuale tendenza proseguirà, circa 5 miliardi di
persone non avranno ancora accesso alla salute nel 2030. La stragrande
maggioranza delle persone che non hanno accesso sono povere. L’allerta è grave
perché per raggiungere l’obiettivo occorrerà raddoppiare la copertura attuale
in soli dieci anni!
Costruire comunità: in
cammino per difendere dignità e diritti, di G. Barbera.
“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti…”: con
queste parole esordisce la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani,
affermando la loro imprescindibilità da qualsiasi riconoscimento istituzionale.
Sebbene spesso vengano calpestati, tutelarli è possibile, ma solo attraverso
una solidarietà comune.
Riscoprire
l’interdipendenza, di S. Comazzi. Siamo tutti interdipendenti,
e la cooperazione internazionale deve guidare questa nuova visione. La nuova
cooperazione allo sviluppo deve prendere finalmente in piena considerazione gli
stili di vita di tutti. Contaminare l’umanità con il virus della solidarietà,
che sarà popolare transnazionale e pacifica. Non una cooperazione
“tecnocratico” ed appiattita sul solo efficientismo nell’uso delle risorse.
Scuola: il “dopo” va
ripensato, di P. Sentinelli. La didattica a distanza
non può considerarsi Scuola. La lezione in presenza è elemento fondamentale per
l’apprendimento, attraverso la relazione emozionale. Serve un Piano in campo
educativo. Servono ingenti risorse finanziarie per cancellare il precariato
diffuso. Per svolgere piani di formazione ricorrente per gli insegnanti, per
realizzare interventi di risanamento e riorganizzazione degli spazi scolastici,
per ridisegnare una didattica figlia della grande pedagogia cooperativa, per
fare della scuola una esperienza formativa relazionale.
One Health – One World:
salvare il pianeta per salvare noi stessi, di R.
Lembo. L’emergenza sanitaria determinata dal Covid-19 ha messo in evidenza
quanto sia necessario, nell’era post-Covid, adottare il paradigma “One Health –
One World”, cioè un modello di sviluppo integrato a tutela della salute non
solo delle persone, ma anche degli animali e dell’ambiente.
Lavoro: ineguaglianza o
inclusione?, B. Bignami. Siamo a un bivio: continuare
con un’economia che alimenta il consumismo e prospera nell’ineguaglianza o
imbucare la via dell’inclusione? Nessuno deve perdere il lavoro. Necessario un
rinnovamento dei rapporti sociali. C’è bisogno di inclusione. Di riabbracciare
le situazioni più dimenticate e più fragili. Serve il coraggio di aprire nuovi
spazi che consentano forme di ospitalità e di solidarietà reciproca.
Le strade di Papa
Francesco, di Don Roberto Battaglia. Le parole del
Papa, nei giorni della pandemia, sono un riferimento per tutti. Superando la
distinzione “tra credenti e non credenti. Siamo tutti umani”. Superando la
cultura dello scarto: tutti abbiamo bisogno di tutti. Operando una «conversione
ecologica che si esprima in azioni concrete» attraverso «un movimento popolare
“dal basso”». Riconoscere il richiamo di questo tempo, carico di sofferenza e
dolore, che ci chiede un cambiamento decisivo «per il domani», ma innanzitutto
urgente «ora» per ciascuno di noi.
A Mogong, per
continuare il lavoro di Eugenio Melandri. Solidarietà e Cooperazione CIPSI
e i tanti Amici che hanno conosciuto Eugenio nelle tante Campagne, Marce,
Associazioni, Iniziative fatte insieme e tramite la rivista Solidarietà
Internazionale, lo vogliano ricordare non per le infinite cose che ha fatto, ma
per quanto ci ha insegnato e ci ha lasciato in eredità. Eugenio ci ha chiesto
di non portare fiori al suo funerale, ma di aiutare i poveri.
Abbonati
a Solidarietà Internazionale! CAMPAGNA ABBONAMENTI 2020
Per informazioni, mail: cipsi@cipsi.it – web: cipsi.it
CARTACEA (6 uscite dalla prima ricevuta):
Abbonamento sulla rivista e sugli abbonamenti: Solidarietà e Cooperazione – Cipsi, tel. 06.5414894, fax: 06.541573
∙Italia € 30,00
∙Abbonamento Estero € 100,00
∙Abbonamento Sostenitore € 50,00
∙Bollettino postale: CCP: 11133204
Intestato a: CIPSI, Via Bordighera, 6 – 20142 Milano
causale: Abbonamento Rivista “Solidarietà Internazionale”
Bonifico bancario: BANCA POPOLARE ETICA
IBAN: IT 31 P050 1803 2000 000 11162807
Intestato a: CIPSI
Causale: Abbonamento Rivista “Solidarietà Internazionale” (inserire indirizzo a cui inviare la rivista);
Chiediamo agli abbonati nuovi e vecchi di rinnovare subito l’abbonamento,
e ai Soci e agli Amici del Cipsi una mobilitazione straordinaria. Info: Cipsi, tel. 06.5414894, mail: cipsi@cipsi.it.
Per informazioni sulla rivista e sugli abbonamenti: Solidarietà e Cooperazione – Cipsi, tel. 06.5414894, fax: 06.5415730, mail: cipsi@cipsi.it
L’articolo Covid-19: e la vita cambiò? È uscito il n. 2-3 della rivista Solidarietà internazionale. sembra essere il primo su Solidarietà e Cooperazione CIPSI.
Source: Cipsi