In riferimento al progetto “Produzione di ghiaccio per la conservazione e commercializzazione del pesce a THIAROYE/MER”, in Senegal, con il contributo dell’8xmille della Chiesa Valdese, pubblichiamo un articolo apparso sulla rivista Solidarietà internazionale nel n. 1-5 2022.
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Una fabbrica di ghiaccio contro l’emigrazione clandestina
Irene Grasso, Martina Palumbo, Aminata Faye*
A Thiaroye sur Mer si creano nuove alternative per il lavoro. Con il contributo della Chiesa Valdese.
Come stabilito ci presentiamo lunedì mattina davanti alla fabbrica del ghiaccio proprio nei pressi di uno dei punti di smistamento e distribuzione del pesce del comune di Thiaroye sur Mer, una piccola località di pescatori sulla costa a sud di Dakar. Qui incontriamo Yayi Bayam Diouf, vice sindaca di Thiaroye, nonché presidente e fondatrice del COFLEC, Collectif des femmes pour la lutte contre l’émigration clandestine. L’associazione nasce nel 2007 con l’obiettivo di sensibilizzare la comunità sui rischi legati all’emigrazione clandestina che da anni coinvolge numerosi giovani che tentano il pericoloso viaggio verso l’Europa a bordo di imbarcazioni di fortuna, partendo da spiagge come quella in cui ci troviamo.
Il collettivo riunisce donne che come Yayi hanno perso un figlio o un familiare nella traversata via mare tra l’Africa e l’Europa. Molti di questi giovani decidono di partire a causa dell’alto tasso di disoccupazione che in località costiere come quella di Thiaroye è in continuo aumento. In tutto il paese, come in altre parti dell’Africa occidentale, il settore della pesca ha infatti subito gravi ripercussioni a causa dell’attività intensiva dei grandi pescherecci asiatici ed europei, dell’impatto del cambiamento climatico e del crescente inquinamento dei mari.
Il progetto della fabbrica di ghiaccio che Yayi ci presenta nasce proprio con l’obiettivo di creare nuovi posti di lavoro per i giovani locali e per cercare di arginare il fenomeno dell’emigrazione clandestina. Il ghiaccio infatti risulta essenziale nella conservazione del pesce che da Thiaroye parte per raggiungere diverse zone del paese, anche a numerosi chilometri di distanza. Attualmente la produzione di ghiaccio non fa fronte all’alta domanda locale e questo fa sì che grandi quantità di pescato non riescano a raggiungere i banchi dei mercati.
Nel 2021 le donne del COFLEC cominciano quindi una collaborazione con il CIPSI che – grazie al contributo della Chiesa Valdese – oggi vede i suoi primi risultati nell’edificazione dello stabile. Medoune Sall, responsabile del progetto, ci racconta che una volta operativa la fabbrica potrà produrre circa 5 tonnellate di ghiaccio al giorno, “una quantità che sicuramente non basta a soddisfare l’alta richiesta del mercato, ma che ci fa ben sperare in un futuro ampliamento dello stabile ed un conseguente aumento della produzione, Inshallah”.
La realizzazione del progetto avrà dunque un impatto positivo su più livelli: da una parte dando un impiego ai futuri dipendenti della fabbrica, dall’altra permettendo una maggiore produzione di ghiaccio che a sua volta gioverà all’intera economia ittica di Thiaroye sur Mer. Salutandoci Yayi non manca di sottolineare lo stretto legame che unisce la disoccupazione giovanile e il fenomeno dell’emigrazione clandestina: “Favorendo l’economia locale e dando nuove opportunità di lavoro ai giovani, mi auguro di evitare ad altre donne e famiglie la sofferenza che ho provato perdendo mio figlio in mare”.
*Volontarie in Servizio Civile universale in Senegal.
L’articolo Senegal: una fabbrica di ghiaccio contro l’emigrazione clandestina sembra essere il primo su Solidarietà e Cooperazione CIPSI.