La Giornata Mondiale dell’Alimentazione

di Debora Moliterno e Maria Torelli, volontarie in Servizio Civile Universale – CIPSI, Progetto: “Costruendo ponti: integrazione scolastica per minori migranti”

La Giornata Mondiale dell’Alimentazione si celebra in tutto il mondo, il 16 ottobre, per ricordare la data di fondazione della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. La FAO, infatti, venne istituita a Québec, in Canada, proprio il 16 ottobre del 1945.  L’istituzione di questa giornata rappresenta un’importante occasione per riflettere sul diritto fondamentale di ogni individuo a un’alimentazione sufficiente, sana e nutriente.

In un mondo in cui le risorse alimentari sono abbondanti, infatti, la sicurezza alimentare continua ad essere una questione critica, specialmente nei paesi più poveri, dove milioni di persone devono far fronte al tema dell’insicurezza alimentare. Questa situazione è spesso causata dalla combinazione di diversi fattori tra cui povertà, conflitti armati, cambiamenti climatici e sistemi agricoli inefficaci. L’ineguaglianza nell’accesso alle risorse alimentari non solo minaccia la salute e il benessere delle popolazioni vulnerabili, ma ne compromette anche lo sviluppo economico e sociale. Riconoscere e affrontare queste sfide è fondamentale per costruire un futuro in cui tutti possono godere di un’alimentazione adeguata e sicura.

Il contrasto tra i paesi in sovrapproduzione di cibo e quelli in carenza di quest’ultimo mette in luce una delle più grandi ingiustizie globali. Negli Stati Uniti e in diverse nazioni europee, in effetti, la produzione alimentare supera di gran lunga i bisogni della popolazione, portando spesso ad enormi quantità di spreco alimentare. Al contrario, in molte regioni dell’Africa e dell’Asia meridionale, la carenza di cibo è una realtà quotidiana, la quale costringe milioni di persone a lottare per soddisfare i propri bisogni nutrizionali giornalieri. Questo squilibrio non è legato solo ad una questione di disponibilità dei prodotti, ma anche di accesso a quest’ultimi: mentre alcuni paesi sono in grado di esportare grandi quantità di prodotti alimentari, altri devono affrontare alti costi e barriere commerciali che limitano le loro opportunità di approvvigionamento.

Per equilibrare questa situazione di disuguaglianza, è fondamentale implementare soluzioni che favoriscano una distribuzione più equa delle risorse alimentari. Una strategia efficace è quella di potenziare i mercati locali e migliorare le infrastrutture per la conservazione e il trasporto di cibi. Investire in tecnologie agricole sostenibili e in pratiche di agricoltura resiliente può aumentare la produttività dei paesi in difficoltà, permettendo loro di diventare più autosufficienti. Inoltre, l’internazionalizzazione del commercio alimentare deve essere accompagnata da politiche che garantiscano l’accesso ai mercati per i produttori delle nazioni più vulnerabili, riducendo le barriere tariffarie e promuovendo la cooperazione internazionale.

Parlando di allevamenti intensivi, è importante riconoscere che, sebbene possano contribuire a soddisfare la domanda alimentare dei paesi in via di sviluppo, questi sollevano molti interrogativi etici e ambientali. Gli allevamenti intensivi, infatti, possono fornire carne e latticini a prezzi accessibili, rappresentando una fonte di nutrimento per molte popolazioni povere. Tuttavia, questa pratica comporta sfide significative, come l’inquinamento ambientale, il maltrattamento degli animali e la diffusione di malattie. È quindi cruciale trovare un equilibrio tra la necessità di alimentare la popolazione e la sostenibilità a lungo termine delle risorse alimentari.

In conclusione, si constata che affrontare l’insicurezza alimentare richiede un approccio multilaterale, che combini l’ottimizzazione della produzione e la distribuzione alimentare con un impegno per la giustizia sociale e la sostenibilità ambientale. Solo così potremo costruire un futuro in cui ogni individuo abbia accesso ad alimenti nutrienti e sicuri. 

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