Il Centro ospedaliero di Bukasa, con il sostegno della Chiesa Valdese: realizzata la prima fase

Grazie al sostegno della Chiesa Valdese, dall’ottobre 2019 il CIPSI, in partnership con l’ADK, ha potuto iniziare la prima fase della costruzione del terzo padiglione del centro ospedaliero di Bukasa in Repubblica Democratica del Congo, che prevede l’allestimento di un ambulatorio, un reparto di ostetricia, un blocco operatorio e gli uffici. Affinché a nessuno sia più negato il diritto alle cure.

Con i suoi 2.345.000 km² di estensione e una popolazione che si aggira intorno agli 80 milioni, la Repubblica Democratica del Congo rappresenta uno dei territori più ricchi di risorse dell’Africa, e del mondo, presentando una costante crescita economica (+3,7% nel 2017 Banca Mondiale). Nonostante questo, però, a causa di decenni di crisi sovrapposte, della situazione politica altamente instabile e delle ripetute emergenze sanitarie che lo hanno colpito, il paese si posiziona al 176° posto per indice di sviluppo umano e agli ultimi per PIL pro-capite (800$, 2016), con più della metà degli abitanti che vive sotto la soglia di povertà. Gli indici di mortalità sono ancora drammaticamente alti, con oltre il 70% della popolazione che non ha accesso all’assistenza sanitaria di base e, in media, si calcolano circa 0,11 medici per mille abitanti, con una spesa sanitaria pro-capite di 16 dollari l’anno. Se poi andiamo ad analizzare i dati in relazione alla salute materno-infantile, la situazione è ancora più preoccupante: la mortalità materna si aggira intorno alle 850 donne per 100.000 bambini nati vivi, mentre il tasso di mortalità infantile entro i 5 anni di vita è di 192 su mille neonati. Quello che più allarma però, è il fatto che la forte incidenza di malattie endemiche è causate da una bassa conoscenza delle regole igieniche di base, che potrebbero essere tranquillamente evitate con degli interventi mirati. La situazione, poi, si fa ancora più drammatica se, dai grandi centri abitati, ci spostiamo verso le zone più rurali del paese, come nella provincia di Lomami, dove opera ADK (Action pour le Développement du Kasai), organizzazione senza scopo di lucro che ha l’obiettivo di contrastare la fame, la povertà e le malattie con lo scopo di favorire lo sviluppo delle popolazioni più svantaggiate.

Vent’anni fa, nella provincia di Lomami, ADK costruì il primo centro ospedaliero, riconosciuto dalle strutture sanitarie statali, che ad oggi garantisce cure mediche a circa 15.000 persone. Composto da due padiglioni principali, uno per gli uomini ed uno per le donne, il Centro è ormai diventato un punto di riferimento per la popolazione di Bukasa e degli otto villaggi limitrofi (Musas, Baya Wayobw, Tshilomba, Matobo, Tshinzoboyi, Mulundu, Museng e Tshilundu), dal momento che nell’area di intervento non esistono altre strutture mediche. Al suo interno, ogni giorno, si visitano circa 100 persone e circa 3400 persone vengono ricoverate ogni anno per malattie quali malaria, infezioni, febbre, vermi intestinali o semplici influenze.

Dall’ottobre 2019, per rispondere alle richieste della popolazione locale, ADK, con il supporto del CIPSI, ha avviato un progetto per completare la costruzione del terzo padiglione, sostituire gli arredi e le attrezzature mediche e implementare la formazione del personale medico e infermieristico. Grazie al sostegno della Chiesa Valdese, nel terzo padiglione sono in allestimento un ambulatorio, un reparto di ostetricia, un blocco operatorio e gli uffici.

Nell’ambito
del progetto, oltre all’obiettivo di ampliare la struttura, sono stati previsti
dei corsi di aggiornamento per il personale medico, che include un medico
generico, una ginecologa, un pediatra e sette tra infermieri e ostetriche. L’ADK
ha potuto avviare contatti, oltre che con l’ospedale generale di Mwene Ditu,
con altre strutture ospedaliere della regione, che potranno mettere a
disposizione altro personale che possa formare i lavoratori locali su tematiche
riguardanti la salute, gli strumenti medici e i medicinali. Inoltre, i contatti
con strutture ospedaliere della zona garantiranno la gestione dei casi più
gravi permettendo il trasferimento dei pazienti in strutture idonee a
garantirne la cura

Per
rendere il progetto sostenibile nel tempo, la comunità locale è stata coinvolta
nei lavori di completamento del padiglione e in attività accessorie al
mantenimento e sostentamento dell’ospedale creando le basi per una local
ownership finalizzata alla responsabilizzazione dei cittadini. Il Centro gode anche
del supporto delle istituzioni del villaggio e del capo quartiere che, per
sostenerne le attività, ha garantito il coinvolgimento della popolazione nella
coltivazione di alcuni terreni messi a disposizione del villaggio. Il raccolto sarà
poi venduto e il ricavato devoluto al centro medico per coprire parte delle
spese di gestione.

L’azione incrociata di più attori, che perseguono lo stesso fine, è stata l’arma vincente di questo progetto, garantendo un reale impatto sul miglioramento della qualità della vita della popolazione locale. A beneficiarne sono infatti non solo gli utenti del centro che necessitano di cure, in particolare donne in gravidanza, neonati e bambini che rappresentano la maggioranza della popolazione, ma anche tutta la popolazione di Bukasa e dei villaggi limitrofi che, attraverso un’educazione sanitaria di base, che va dal sapere di dover bollire l’acqua, alla pulizia del cibo, dalle linee guida per l’alimentazione alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, possono non solo usufruire di servizi migliori, ma prevenire malattie facilmente eludibili attraverso un miglioramento delle proprie abitudini.

Il terzo padiglione prima dell’inizio dei lavori
La costruzione di porte e finestre in metallo
L’intonaco, durante le prime fasi dei lavori

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Source: Cipsi

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