Servizio civile, in Parlamento la relazione 2018

10 gennaio 2022 – Dalla Redazione di Vita

Presentato il documento dedicato all’anno di transizione dal Servizio civile nazionale a quello universale previsto dalla riforma. Dati e tabelle raccontano come a fronte delle oltre 62mila domande presentate i volontari avviati siano stati 23.080. Le donne continuano a essere in maggioranza rappresentando il 60,82% dei giovani coinvolti.

È stata pubblicata online nei primi giorni di gennaio di quest’anno la “Relazione sull’organizzazione, sulla gestione e sullo svolgimento del servizio civile nell’anno 2018″ predisposta per la presentazione al Parlamento, ai sensi dell’articolo 20 della Legge 8 luglio 1998, n. 230”. Curata dal Dipartimento per le Politihe giovanili e il Servizio civile universale, traccia il bilancio del lavoro svolto nel corso del 2018, illustrando le diverse questioni trattate dal Dipartimento stesso e facendo un quadro sintetico delle attività condotte dalle Regioni e dalle Province Autonome, fa il punto sullo stato del Servizio Civile in Italia nell’anno che ha visto l’avvio della riforma del Servizio civile.

Nelle 150 pagine del documento (qui e in allegato) si possono trovare dati e tabelle che trasformano in cifre quello che si sottolinea in apertura della relazione ha rappresentato “il primo vero anno di transizione verso l’Albo di Servizio Civile Universale: si registra un lungo periodo iniziale con l’invio di un numero assai esiguo di domande cui è corrisposto verso la fine dell’anno un importante incremento”.

Tra le differenze con gli anni precedenti rilevate vi è il fatto che gli enti iscritti all’albo Scu durante il 2018 hanno richiesto in maggioranza il settore “Educazione e Promozione culturale / Educazione e Promozione culturale e dello sport”, togliendo il primato al settore “Assistenza”.

In un passaggio si fa altresì notare che: “Fino al 2019, in assenza dell’approvazione del Piano triennale, il Servizio civile universale, ai sensi dell’articolo 26 del citato decreto legislativo, è stato attuato con le modalità previste dalla previgente normativa in materia di servizio civile nazionale”

Nel 2018 sono stati pubblicati in totale tre bandi 3, per complessivi 57.532 posti, “5.464 in più del 2017” sottolinea la relazione. Nel corso del 2018, i volontari avviati al servizio civile sono stati 23.808, di cui 23.668 in Italia e 140 all’estero. Erano invece 26.498 i posti disponibili per i quali sono pervenute in totale 62.673 domande.

Grafico tratto dalla relazione

Dalla relazione emerge anche che anche nel 2018 si conferma il trend degli anni precedenti per quanto riguarda la ripartizione geografica delle domande. “Il 60% circa, ossia più della metà del totale delle domande è presentata al Sud; il Nord arriva al 17,11% (5 punti percentuali in meno rispetto al 2017); il Centro si attesta al 21,61%; l’Estero raggiunge l’1,59%, delle domande Al gran numero di domande presentate non corrisponde un aumento di posti di pari misura, segnando uno squilibrio tra domanda e offerta di servizio civile. Il Sud, isole comprese, fa registrare il più alto divario nel rapporto tra domande e offerta: circa tre domande presentate per ogni posto disponibile. Stabile il rapporto tra domanda e offerta al Nord e al Centro”.

Nel 2018 rispetto al totale di giovani stranieri avviati in servizio, l’80,80% sono cittadini non comunitari, il 19,20% cittadini di altri Paesi Ue. Sul numero complessivo delle domande presentate da parte degli aspiranti volontari, quelle presentate dagli stranieri sono 1.904, pari al 3,04% del totale, confermando il trend degli ultimi anni. “Dal 2014, anno di apertura al servizio civile agli stranieri – si ricorda nella relazione -, si è registrata una tendenza positiva nel numero dei partecipanti, con un’adesione crescente nel corso degli anni, trend non confermato però nel 2018 con un decremento di circa mezzo punto percentuale rispetto al 2017”.

Una peculiarità dei volontari con cittadinanza straniera partecipanti al servizio civile nell’anno 2018 riguarda il sesso. A differenza dei volontari avviati con nazionalità italiana, dove sussiste da sempre una prevalenza consolidata di ragazze (60,82%), i maschi con cittadinanza straniera raggiungono il 56,68% e le femmine il restante 43,32%. Altra differenza con i giovani di nazionalità italiana riguarda il livello di istruzione, la quasi totalità dei volontari con cittadinanza straniera non è laureata, poco meno della metà ha un diploma di media superire (47,77%), seguono i volontari in possesso di Licenza media inferiore (30,42%) e della sola Licenza elementare (11,67%). I laureati rappresentavano nel 2018 il 10,14%.

Fonte: http://www.vita.it/it/article/2022/01/10/servizio-civile-in-parlamento-la-relazione-2018/161519/

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