Sanremo 2023: dare voce anche alla società civile che contribuisce ogni giorno a costruire la Pace. La CNESC con Europe for Peace per le ragioni della pace

La CNESC con Europe for Peace per le ragioni della pace a Sanremo. Sul palco di Sanremo, il Festival musicale più famoso d’Italia, si parlerà di Ucraina.

Noi ci auguriamo che si sappia andare al di là della “spettacolarizzazione” della guerra e
auspichiamo che a prevalere sia la ricerca della pace, bene che tutti in questo momento
desideriamo e da mesi invochiamo a gran voce.
Come società civile chiediamo agli organizzatori del Festival che, oltre a riaffermare le
responsabilità e le violazioni al diritto internazionale da parte della Federazione di Russia e
confermare il sostegno solidale al popolo ucraino colpito e ferito, venga garantito lo spazio
per una testimonianza che porti alla luce l’impegno e le scelte civili e nonviolente che
contribuiscono a costruire la pace: l’accoglienza dei profughi, l’assistenza umanitaria, le
missioni di pace in Ucraina con le carovane di #StopTheWarNow, la Campagna di Obiezione
alla guerra con il sostegno ai pacifisti russi e ucraini, agli obiettori di coscienza ed il Servizio
Civile Universale in Italia e all’estero con i Corpi civili di pace.
Fare la pace vuol dire ripudiare la guerra e, come ribadito dalle centomila persone scese
in piazza a Roma il 5 novembre 2022 “l’umanità ed il pianeta non possono accettare
che le contese si risolvano con i conflitti armati”. Per farlo è necessario dare voce
all’azione civile, umanitaria, nonviolenta quale terreno di semina quotidiana della
politica di pace; bisogna far conoscere i costruttori e le costruttrici di pace, come le
decine di migliaia di ragazze e ragazzi che dedicano il loro tempo e le loro energie per un
progetto di Servizio Civile in Italia o all’estero, donandosi agli altri e al proprio Paese,
mettendosi in gioco e lasciando un segno positivo nella società attraverso il volontariato;
come coloro che si oppongono alla guerra in Russia, in Bielorussia ed in Ucraina e per
questo vengono perseguitati, processati ed imprigionati; come i tanti volontari che si
impegnano nell’accoglienza, nell’aiuto umanitario e nella ricerca della ricostruzione del
dialogo e della soluzione politica per ristabilire il diritto e la giustizia. Dare voce e spazio a
queste testimonianze significherebbe portare lo spirito della nostra Costituzione
dentro il Festival di Sanremo: l’Italia che ripudia la guerra.
Le parole “armi, armi, armi” vengono ripetute ogni giorno dai mass media insieme alle
immagini di morte e distruzioni che arrivano nelle case degli italiani. Il pubblico di Sanremo
ha diritto di sentire invece le parole “pace, pace, pace” pronunciate da chi agisce
concretamente per una soluzione del conflitto che lasci intravvedere un futuro di
convivenza tra i popoli.

La musica deve unire, non dividere. Il Festival sia un ponte su cui transita la pace.

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